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FRAMEWORK la nuova creazione di Kristian Lever

> Klever Dance Company.

Critica Spettacoli
Luogo
Teatro Palamostre
Udine
Quando
23/11/2019
Monica Ratti



 


A Udine lo scorso 23 novembre è andato in scena al Teatro Palamostre la prima assoluta di FRAMEWORK la nuova creazione di Kristian Lever per la Klever Dance Company.
Kristian Lever coreografo ballerino anglo – finlandese dalla Finlandia dove ha iniziato il suo percorso si è trasferito a Mosca e poi a Dresda per continuare la sua formazione. Ha danzato il repertorio di Jiri Kylian, Nacho Duato, Ohad Naharin, Marco Goecke, e molti altri . Il suo primo impegno professionale è stato ad Amburgo sotto la direzione di John Neumeier e Kevin Haigen dove gli fu offerta la sua prima opportunità di coreografare. 
Ha creato per il National Youth Ballet of Germany, il Royal Danish Ballet, ha coreografato i ballerini delNederlands Dans Theater, Royal Ballet e molte prestigiose realtà. Allora chissà per chi avrà creato in Italia.
Ebbene una storia tutta italiana, si perché noi italiani mandiamo al macero la nostra identità e cultura dismettendo i corpi di ballo negli enti lirici, diminuendo da sempre i fondi ad essa destinati, ma d’altro canto l’energia, la voglia di esprimersi , di reagire investendo in cultura , impossibile da credervi ma c’è . Così la direttrice di una scuola di danza reputando che un simile investimento avrebbe arricchito il percorso di studi dei propri allievi che avrebbero potuto assistere alle prove della compagnia, respirare il processo creativo di uno spettacolo ha deciso di produrre il nuovo lavoro di Kristian Lever, in assoluta autonomia, mettendosi alla ricerca di sponsor e esponendosi personalmente economicamente. 
La sua scuola è l’AXIS di Udine, in questo bellissimo e spazioso centro di danza sono stati ospitati per oltre un mese 6 straordinari danzatori, il coreografo, i musicisti, gli allievi della scuola hanno cosi potuto seguire l’esperienza di cosasignifichi portare in scena una produzione, i danzatori hanno tenutolezioni per i ragazzi, molti genitori si sono resi disponibili ad aiutare la produzione, una comunità danzante che ha vissuto una progettualitàimportante. 
L’ideatrice e realizzatrice di questo progetto Federica Comello.
FRAMEWORK sul programma di sala è definita una creazione di Teatro – Danza ma in realtà, la struttura, decisamente insolita
assolutamente originale si presterebbe più alla definizione di Teatrodanzato. La piece teatrale originale, scritta da Kristian Lever e Kellen Mcdaniel, narra di una donna Helen, rapita da estranei: Helen per paura della solitudine farà amicizia con i suoi rapitori, ma con il procastinarsi del tempo Helen perde la speranza di venire salvata : Potrà realmente credere di gioire della nuova compagnia che la
circonda?. 
Tutto questo però non è realtà, ma un triste viaggio che Helen malata di alzheimer vive, circondata dai suoi cari, figli , genero, marito.
Gli attori danzatori, agiscono in uno spazio scenico, minimale fatto di muri che si muovono. La scena è tetra, una sensazione di oppressione creata anche dalle luci ,sapientemente disegnate da Nuno Salsinha, sottolineano i passaggi più struggenti di un racconto che ci ha
commossi e scossi, ognuno di noi ha pensato anche solo per un secondo e se dovesse capitare a me o a uno dei miei cari?. Klever ha ideato qualcosa di assolutamente innovativo, i danzatori spaziano in un linguaggio contemporaneo che esalta le puculiarità tecniche interpretative , ogni danzatore ha la sua partitura teatrale e coreografica, impressionante il lavoro che Klever ha fatto sulla mimica facciale, sull’attenzione al dettaglio registico, spostamenti, atteggiamenti, postura del corpo. Poi ad un tratto un lampo di genio
durante lo spettacolo. 
La scena si illumina, il ritmo cambia i danzatori – attori utilizzano il linguaggio del musical e siamo immersi in un’atmosfera ironica, leggera che ci fa sorridere, tutto viaggia veloce
quasi un po’ sopra le righe come a voler prendere uno stacco, una boccata di ossigeno da una problematica che vede una famiglia aggrovigliata nel dolore, nella fragilità di affrontare qualcosa di troppo grande. La piece è divisa in due tempi, così come è stata divisa l’ideazione teatrale: nel primo tempo prevale la figura attoriale dei protagonisti mentre nel secondo tempo è la danza che racconta ed è la protagonista assoluta.
L’immagine conclusiva in cui la madre riconosce il figlio lo chiama , lo abbraccia, in cui per un breve momento si riaccende la speranza per poi rispegnerla immediatamente ha toccato le corde più sensibili del pubblico, su molti visi le lacrime .
Una standing ovation ha accolto i danzatori e il coreografo agli applausi finali.
La Compagnia il 27 novembre ha proseguito la tournee a Salisburgo al Mozarteum dove hanno registrato il tutto esaurito , a gennaio proseguiranno in Finlandia e Canada.

Monica Ratti

   
( Photo by Fanni Tutek-Hajnal)

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