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Godani, il trionfo italiano.

> La prima italiana di The Primate Trilogy a Equilibrio Festival 2017.

Critica Spettacoli
Luogo
AuditoriuM PARCO DELLA MUSICA
Roma (RM)
Quando
Dal 03/02/2017 al 05/02/2017
Compagnia
Dresden Frankfurt Dance Company/Jacopo Godani
Genere
Moderno/Contemporaneo
Angela Testa



Godani, il trionfo italiano.

La prima italiana di The Primate Trilogy a Equilibrio Festival 2017.

 

di Angela Testa


 

 


THE ENGLISH VERSION IS DOWN BELOW

Non sembrano umani, i danzatori di Jacopo Godani e della Dresden Frankfurt Dance Company, visti dalla terza fila della platea dell’ Auditorium Parco della Musica in prova per la prima italiana di The Primate Trilogy all' Equilibrio Festival 2017. Non paiono umani in quelle tutine nere leggere e trasparenti. Le luci, il palco della sala Petrassi perfetta per guardare la danza e non perdere nemmeno un movimento, l’atmosfera, l’apparente omogeneità fisica, li rendono esseri danzanti puri, immensi.

Per tornare a vederli umani devi aspettare che escano dall’ingresso degli artisti, dopo lo spettacolo di ieri sera 3 febbraio, con le stesse acconciature e lo stesso trucco ma in abiti civili. Sono sorridenti. Hanno appena ricevuto il tributo caloroso del pubblico romano, che deve essere grato al direttore artistico del Festival, Roger Salas, per questo doveroso e sapiente invito.


Un trionfo, per il coreografo Jacopo Godani, questo esordio italiano, quando giocare in casa non è sempre la cosa più facile e scontata. Infatti, l’italianità di Godani, malgrado lui pensi non esista, è tutta solo nelle sue vene perché la professionalità si è 'dovuta' formare con una vita all’estero, dove le possibilità di grande maturazione del proprio talento sono più probabili che a casa.

Questa prima opera, creata per l’esordio della Compagnia, è stata un parto faticosissimo per i danzatori. Il coreografo li ha preparati tecnicamente per mesi “spingendoli a esplorare i propri limiti e a capire che le cose non si imparano ma te le devi insegnare da solo” come dice lui stesso. Ieri sera, rivedendo quest’opera che già al suo debutto a Francoforte, il 1 ottobre del 2015, ci era parsa di grande impatto, ci sembra, se possibile, ancora  più bella. Tutto è sembrato perfetto. Le luci, anche queste disegnate da Godani, come pure i costumi, oltre alla coreografia, rendevano sovrannaturale l’atmosfera musicale fantascientifica creata dai 48nord, Ulrich Müller e Siegfried Rössert (il duo di compositori che da anni collabora alle creazioni di Godani).



The Primate Trilogy è un’opera di buio e di luce, di movimento e di stasi sorprendenti, di composizioni corporee a tratti sublimi, è un film in cui ogni frame è un quadro. Un’opera per un concetto di danza, come lo stesso Godani afferma, che “deve essere qualcosa di tosto, di inossidabile, di violento. Non ha nulla di sofisticato, di spirituale.” L’impatto di questo suo lavoro è talmente potente che già al buio del primo quadro la sala ha applaudito d’impeto.

The Primate Trilogy è un’opera a cui sono stati tolti gli orpelli, seppur sostanziali, per andare all’essenza del movimento (e dell’immagine), cogliere il segno originario o il senso profondo, come se a un quadro si cancellassero colori e figure classiche alla ricerca di una purezza di forma che trascenda il reale. Ogni immagine ha un suo movimento archetipico che può riportare a un déjà vu: come quando nel circolo di danzatrici sedute che scivola sinuosamente sul pavimento accompagnando il danzatore in piedi al suo centro è persino possibile che tornino alla memoria le metafore plastiche delle donne tahitiane ritratte da Paul Gaugin nel quadro dal titolo “When will you marry?”.

Come un Picasso, alla ricerca di quella linea sorgente che realizza, manifestandola, l’idea, è questo, forse, in sintesi, il lavoro di Jacopo Godani. 




ENGLISH VERSION

Godani’s Triumph in Rome
The Italian premiere of The Primate Trilogy at the 2017 Equilibrio Festival

by Angela Testa




They don’t seem human, these creatures – that is, the dancers from Jacopo Godani’s Dresden Frankfurt Dance Company. At least not when you watch them from the third row of the Auditorium Parco della Musica, where they are rehearsing for the Italian premiere of The Primate Trilogy, which is taking place at the 2017 Equilibrio Festival. Clad in wispy, transparent black costumes, they do not look like human beings. The stage and lighting are ideal for those in the audience, since they make it possible to see every movement, no matter how minute. The entire atmosphere and the momentary physical uniformity transform the figures into exemplars of pure dance – an amazing sight.

If you want to see them in human guise once more, you have to wait until after the premiere – which took place yesterday evening, on February 3 – when they leave the theater through the stage door. They are still wearing makeup and have yet to redo their hair, but they are now clad in everyday clothes. They laugh, having just enjoyed the enthusiastic applause of their Roman audience – who by rights cannot be grateful enough to the director of the festival, Roger Salas, for cleverly having chosen to organize this important guest performance.

For choreographer Jacopo Godani, this Italian premiere is a triumph. After all, not every “home game” is a rousing success. Although he denies it, Godani has italianatà in his blood, albeit only there. After all, he was “forced” to go abroad to acquire his skills, since that is where opportunities to develop one’s talent are more often found than at home.

This piece – the first that his then newly established company performed – was a taxing ordeal for the dancers. The choreographer prepared them for it technically over a number of months by, as he puts it, “getting them to explore their limits and to internalize the fact that there are certain things you cannot be taught, but have to teach yourself by trying them out.” At its world premiere in Frankfurt on October 1, 2015, the piece seemed magnificent to me, but yesterday evening I liked it even more, if that is even possible. Everything was absolutely perfect. Like the choreography and costumes, the lighting was designed by Godani. Subsequently enriched by the science-fiction-like music of 48nord, it created a positively supernatural feeling. Ulrich Müller and Siegfried Rössert, also known as 48nord, have worked with Godani for years, and their compositions are often the musical accompaniment for his choreographic creations.

The Primate Trilogy is a work characterized by the interplay of light and dark, of movement and sudden stillness, of often incredibly sublime compositions of physical expression. It is a film in which every shot yields a portrait. It is a work that, as Godani stresses, manifests a conception of dance which “strives to be something substantial, massive and impervious to corrosion, something free of unnecessary, cerebral ornamentation.” The implementation of this idea was so inordinately successful that during the first scene the audience began to applaud spontaneously, even before the lights came up.

The Primate Trilogy is a production that completely forgoes any frill or illusion, as elemental as that otherwise might be, in order to surge ahead to the very core of dance (and depiction). What counts is the primal source, the underlying meaning, just as if one were to renounce color and figure in creating a classical painting in order to press on to a purity of form that transcends reality. Every scene is defined by an archetypical movement that can trigger a moment of déjà-vu. When the ever-changing circle of dancers glides across the floor, sitting, in accompaniment to the soloist performing in its midst, it sometimes reminds one of those corporeal metaphors: the Tahitian women Gauguin portrayed in his masterpiece When will you marry?

In its essence, Godani’s production is perhaps like a Picasso that struggles to work out a line, one through which the underlying concept, the fundamental idea, will finally find expression.



LEGGI LA RECENSIONE DI THE PRIMATE TRILOGY – Francoforte 1/10/2015


Chi si fosse perso questa prima occasione italiana, fa ancora in tempo a cogliere la seconda opportunità di assistere ad uno spettacolo della Dresden Frankfurt Dance Company in programma domenica 5 febbraio alle ore 18.

Si tratta di Mixed Program, un programma con musica dal vivo composto da quattro lavori dell’innovativo coreografo, tra i quali incuriosisce la prima mondiale di Postgenoma, un ‘primo abbozzo’ di un passo a due che vuole mostrare, dice Godani, “che il lavoro che sviluppiamo non è di matrice solo neoclassica ma è anche qualcosa che tende ad esplorare attraverso le possibilità fisiche di un corpo umano e non a codificare ma a liberare quel potenziale estremo che c’è sia nella muscolatura che nello scheletro e renderlo attivo perché, secondo me, non solo nell’essere umano di tutti i giorni ma anche nel mondo della danza si lavora con un piccolo potenziale di quello che i nostri corpi possono esprimere, fisico e tecnico” (Ansa).

 

Oltre a Postgenoma, verranno rappresentati:

Metamorphers, sul quartetto per archi n. 4 di Béla Bartók, è una composizione molto alternativa della musica contemporanea classica che il Maestro Godani ha sempre voluto interpretare; con la sua splendida compagnia ha ora avuto la possibilità di soddisfare appieno questo suo desiderio creando, come dice, "un qualcosa di un po’ più interessante, sexy e più sperimentale anche”.

Echoes from a restless soul
 è una coreografia di grande successo creata sui primi due movimenti del trittico Gaspard de la nuit di Maurice Ravel, due passi a due che si muovono nell’oscurità, definito da Godani un lavoro “tenebroso, epico, un pò gotico”.

In ultimo, Moto Perpetuo è un lavoro prettamente contemporaneo di matrice neoclassica, danzato sulle punte, che mostra la capacità fisica e la precisione esecutiva di questa straordinaria compagnia di giovani danzatori.




AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
03/02/2017
Sala Petrassi ore 21:00

Dresden Frankfurt Dance Company / Jacopo Godani
"The Primate Trilogy"


coreografia, luci, scenografia e costumi
Jacopo Godani
musica
48nord, Ulrich Müller e Siegfried Rössert
interpreti
Iolanda Filipa Almeida, Felix Berning, Daphne Fernberger, Rob Fordeyn, Gustavo Gomes, Anne Jung, Barbora Kubátová, Zoe Lenzi, Kristýna Němečková, Emilie Nguyen, Julian Nicosia, Michael Ostenrath (apprendista), Claudia Phlips, Carola Sicheri, Joel Small, David Leonidas Thiel, Ulysse Zangs




Realizzato con il patrocinio della città di Dresda, dello stato della Sassonia, della città di Frankfurt am Main e dello stato dell’Assia. Compagnia residente di HELLERAU – Centro europeo per le Arri di Dresda e del Bockenheimer Depot di Francoforte



05/02/2017
Sala Petrassi ore 18:00

Dresden Frankfurt Dance Company / Jacopo Godani
"Mixed program"
Metamorphers / Echoes from a restless soul / Postgenoma / Moto Perpetuo


coreografia, luci, scenografia e costumi 
Jacopo Godani



Metamorphers
in collaborazione con Kubus Quartett
musica Béla Bartók, Quartetto per archi n. 4
interpreti 

Kubus Quartett 
Ola Sendecki violino 
Ruth Gierten violino 
Liese Mészár viola 
Trude Mészár violoncello

13 danzatori



Echoes from a restless soul

musica Maurice Ravel, Ondine e Le Gibet da Gaspard de la Nuit

Ruslan Bezbrozh pianoforte

4 danzatori



Postgenoma (Prima mondiale)

musica 48nord (Ulrich Müller & Siegfried Rössert)

2 danzatori



Moto Perpetuo

musica 48nord (Ulrich Müller & Siegfried Rössert)
danzatori 
Iolanda Filipa Almeida, Felix Berning, Daphne Fernberger, Rob Fordeyn, Gustavo Gomes, Anne Jung, Barbora Kubátová, Zoe Lenzi, Kristýna Němečková, Emilie Nguyen, Julian Nicosia, Michael Ostenrath (apprendista), Claudia Phlips, Carola Sicheri, Joel Small, David Leonidas Thiel e Ulysse Zangs



Realizzato con il patrocinio della città di Dresda, dello stato della Sassonia, della città di Frankfurt am Main e dello stato dell’Assia. Compagnia residente di HELLERAU – Centro europeo per le Arri di Dresda e del Bockenheimer Depot di Francoforte


 

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