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Alla Scala Sylvia inaugura la nuova Stagione

Passi di Memoria
Quando
03/12/2019
Genere
Passi di Memoria
 
“Chi imparar vuol d’ amare, disimpari il rispetto: vosi, domandi, soleciti, importuni, al fine involi e se questo non basta, anco rapisca.”
 
 (Torquato Tasso)
 
 
Tra fasti mitologici, ninfe, satiri, pastorelli e dei dell’Olimpo al Teatro alla Scala va in scena Sylvia con la straordinaria partitura di Léo Delibes affidata alla brillante direzione del Kevin Rhodes. Il balletto, in linea con la tradizione francese di Mérante, sarà rappresentato nella versione di Manuel Legris creata nel 2018 per lo Staatsballet di Vienna; coprodotta con la Scala in debutto per il Corpo di Ballo scaligero, a inaugurare la nuova Stagione. Un allestimento che promette un grande impatto visivo per le scene e i costumi sfavillanti di Luisa Spinatelli e le luci di Jacques Giovanangeli. Dal 17 Dicembre 2019 al 14 Gennaio 2020 con il Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala.
 
 
 
La prima di Sylvia, ou La Nynphe de Diana
 
Sylvia, ou La Nynphe de Diana andò in scena per la prima volta all’ Opera di Parigi il 14 giu.1876 in tre atti e cinque scene su musiche di Léo Delibes e libretto di Jules Barbier e il Barone de Reinach. Le coreografie erano del ballerino e premier maître de ballet Louis Mérante allora direttore del Ballet dell'Opéra de Paris. Gli interpreti principali furono la ventisettenne Rita Sangalli nel ruolo di Sylvia, Marie Sanlaville ballerina en travesti nel ruolo di Eros, e lo stesso Louis Mérante in Aminta, Marco Magri in Orione, Louse Marquet in Diana. Le scenografie furono di Chéret, Rubé, Chaperon e i costumi di Eugène Lacoste. Il balletto non ebbe però il successo auspicato pur andando in scena per oltre sette produzioni. La prima prova del balletto avvenne circa un anno precedente alla prima rappresentazione, il 15 agosto del 1875, con una partitura non ancora ultimata.  Delibes terminò le musiche via via affrettatamente, con numerose e faticose revisioni, sotto consiglio pressante di Mérante e la Sangalli, entrambi primi ballerini nella rappresentazione. La critica non fu molto benevola, primo balletto ad essere rappresentato nel nuovo teatro Opera Garnier, fu definito un allestimento, esageratamente lussuoso nei costumi e nelle scenografie. La musica di Delibes fu invece una vera rivelazione, fu la grandezza della partitura che secondo la critica mantenne in vita il balletto per le successive rappresentazioni. Rita Sangalli,allora prima ballerina dell’Opera, ebbe poi un infortunio che causò la temporanea sospensione delle rappresentazioni.
 
 
Trama del Balletto
 
Il balletto è ispirato al dramma pastorale Aminta di Torquato Tasso scritto nel 1573, Jules Barbier e il Barone de Reinach riadattarono il testo al balletto per l’Opera di Paris. Sylvia, ou La Nynphe de Diana narra dell’amore del pastore Aminta per Sylvia. Una delle ninfe di Diana, che però lo respinge cosi come rifiuta Orione, il cacciatore nero. Con l’intervento di Eros, la ninfa cambia atteggiamento ma l’amore di Aminta viene messa alla prova. Diana infine perdonerà la ninfa infedele e benedirà le loro nozze.
 
 
Le rappresentazioni di Sylvia, ou La Nynphe de Diana nel tempo.
 
Il balletto è stato più volte ripreso dall’Opéra di Parigi in versioni coreografate da Staats (1919) e Lifar (1941) mentre in precedenza era stato rappresentato a Vienna(1877), Berlino(1844). A Pietroburgo nel 1901 si ebbe un allestimento in cui fu coinvolto anche Diaghilev e che ha portò alle sue dimissioni dal T.Marijnsky. A Londra nel 1911 all’ Empire Theatre fu messo in scena da C. Wilhelm e Fred Farren, in quell’ occasione interpretato da Kyasht, Bedells, Unity More, Mossetti, Farren.
 
Tra le versioni più recenti le più celebri sono state quella di Ashton creata per il Sadler’s Wells Ballet, con le scenografie di R e C Ironside, andata in scena al Coven garden di Londra il 3 settembre del 1952 e interpretata da Margot Fonteyn, Somes, Hart, Grant, Farron, ridotta ad un atto nel 1967 e quella di Seregi per il Balletto dell’Opera di Budapest nel 1972. Inoltre Balanchine ha coreografato il pas de deux del terzo atto per Maria Tallchief e Eglevsky nel 1951 mentre Lavrosky ha creato sulla musica di Delibes per Sylvia il suo balletto più famoso Fadetta con l’aggiunta di altri brani di Delibes, per un matinée della scuola di Leningrado nel 1931. Da ricordare una versione molto particolare dal titolo completo Sylvia, la Ninfa di Diana, di Aurelio Millos andata in scena al Teatro La Fenice di Venezia per il festival del 1948 in cui era protagonista A. Radice, scene e costumi di Filippo De Pisis.