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Equitalia verso la chiusura

Fisco
Quando
01/12/2016
Genere
Fisco
Entro i prossimi sei mesi è prevista la chiusura di Equitalia con l’eliminazione degli interessi delle cartelle esattoriali, con pagamento a rate: è quanto previsto nel Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio (Stabilità 2017) approvato sabato 15 ottobre dal Governo con la formula del salvo intese. Le funzioni di Equitalia saranno trasferite all’Agenzia delle Entrate entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge. Per i contribuenti, l’operazione dovrebbe tradursi in una semplificazione del rapporto con il Fisco e in minori costi della riscossione. 
Aspettando la riforma di Equitalia, dovrebbe dunque partire la nuova campagna di “rottamazione” che non è un condono fiscale, ma il diritto ad agevolazioni volte al saldo di cartelle esattoriali giunte a cifre astronomiche. Sono previste quindi l’eliminazione delle sanzioni e della mora, pagando il debito e gli interessi legali.
La possibilità di mettersi in regola con costi aggiuntivi ridotti dovrebbe riguardare tasse e contributi INPS e INAIL, inseriti a ruolo entro fine 2015. Le multe per violazione del codice della strada rimarrebbero invece escluse dal provvedimento poichè l’attuale meccanismo della riscossione prevede che Equitalia svolga esclusivamente un ruolo di “tramite” tra l’ente che vanta il credito e i contribuenti che non hanno versato il dovuto in termini di imposte e contributi, oppure che hanno violato il Codice della strada.
In questo caso Equitalia incassa le somme, trattiene le spese e l’aggio, e quindi riversa l’importo di tributi, sanzioni e interessi all’ente di competenza e a vantare i crediti sono i Comuni che scelgono liberamente se utilizzare i servizi di Equitalia o procedere autonomamente alla riscossione.
Se il governo dovesse decidere di intervenire solo su quelle inviate da Equitalia, i comuni che hanno deciso per il fai-da-te non avrebbero nessun obbligo di tagliare sanzioni e interessi, mentre gli altri si vedrebbero ridotte le entrate “d’autorità”. Fra Agenzia delle Entrate, INPS e INAIL, ci sono in ballo ruoli per circa 42,5 miliardi: con un’adesione anche solo del 10% se ne possono recuperare circa 4 mld di debiti pendenti, molti dei quali contratti da imprese o lavoratori autonomi: il 38,3% delle cartelle in questione riguardano imprese, il 38,2% persone fisiche, il 23,5% cittadini con un’attività economica (impresa o professione).
E’ presto per fare calcoli: non è chiaro se si applicherà o meno il forfait del 3% sulle somme iscritte a ruolo. L’entità dello sconto dipende dal debito e dal ritardo accumulato, tanto da poter arrivare al 50% della cartella.
Per esempio, su una contestazione per indebite detrazioni IRPEF in dichiarazione dei redditi per 3.400 euro, accertata nel 2013, si applicano circa 3mila euro di interessi per ritardata iscrizione a ruolo (il 90% della maggior imposta dovuta), che con la rottamazione non saranno più dovuti. Fra le ipotesi allo studio, in vista del provvedimento definitivo, c’è anche la possibilità di una rateazione da 12 a 24 mesi (uno o due anni) per chi aderisce.