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Fredy Franzutti

L'intervista
Quando
03/02/2016
Genere
L'intervista
Sono passati vent’anni da quando Fredy Franzutti ha fondato il Balletto del Sud, compagnia di nome e di fatto figlia legittima del coreografo leccese tra i più apprezzati in Italia. Da allora più di trenta titoli in repertorio, con una media di oltre sessanta rappresentazioni all’anno, numeri evidentemente da capogiro per una compagnia profondamente legata al proprio territorio con il quale si procede fieramente alla valorizzazione reciproca. 
Eh sì, perché Fredy Franzutti è egli stesso figlio legittimo della propria terra, quel Salento natio di Tito Schipa che tanto ha contato nel background del coreografo e della sua compagine. 
In una lunga chiacchierata abbiamo deciso insieme di rinunciare alle solite interviste, legate indissolubilmente agli spettacoli e agli interpreti, e così siamo sì partiti dai primi titoli del repertorio del Balletto del Sud, ma in un’accezione che secondo Fredy Franzutti è frutto della grande tradizione lirica e operistica salentina, dove la Lecce per bene seguiva assiduamente le programmazioni a teatro e, talvolta, storceva il naso nelle rare rappresentazioni di balletto. A quel punto, nel momento delle programmazioni in divenire, decidemmo tutti insieme di approfittare degli spazi e del richiamo del Teatro di Lecce per promuovere anche il balletto. E come, se non con i titoli del grande repertorio, orchestrati dal vivo e di enorme richiamo per il pubblico? Quel pubblico era certamente più avvezzo ai grandi compositori e così puntammo diritto su Piotr Ilich Ciaikovsky e Serge Prokofiev con titoli vincenti:  Lo Schiaccianoci nel 1997, Romeo e Giulietta l’anno dopo, Il Lago dei Cigni nel 1999 e nel 2000 La Bella Addormentata. 

Quella Bella Addormentata che ha segnato probabilmente la svolta per Fredy Franzutti, così giovane eppure già catapultato nel mondo della danza che conta, ben al di là delle rassicuranti mura antiche dell’Anfiteatro leccese. 
Una Bella Addormentata che riportava il titolo alla sua origine, ovvero alle pagine di Giambattista Basile del secentesco “Lo cunto de li cunti”. 

Ci spiega il coreografo:  
La versione della favola di Charles Perrault e poi lo stesso  balletto di Marius Petipa raccontano una verità diversa da quella originale di Giambattista Basile. In quella Bella Addormentata la protagonista è Aurora, tipico nome della costa d’Otranto, la città più orientale d’Italia e prima a vedere l’aurora ogni dì. La stessa Aurora che è punta dall’ago di un arcolaio, o dalla taranta? Nella mia versione, ovviamente, l’otrantina Aurora è punta dalla taranta e si addormenta, proprio come nell’ancestrale ripetersi delle stagioni così osannato nel Mezzogiorno mio. Una Bella Addormentata che da quel lontano 2000 è ancora così richiesta e portata in scena in lungo e in largo per la penisola perché rivista culturalmente, nonostante la fedele appartenenza alle coreografie originali di Petipa. 

Quella Bella Addormentata ha messo in luce le idee del giovane Fredy Franzutti, entrato prepotentemente nel circuito dei coreografi da seguire. La stessa decana Vittoria Ottolenghi si era da subito sbilanciata nel promuovere quel giovanotto leccese, ancora lontano anni luce dai grandi palcoscenici internazionali.  Di lì a poco cambiò la musica, non il maestro. Fredy Franzutti modificò parzialmente registro coreografico, potendosi permettere di rinunciare ai grandi titoli a tutti i costi e promuovendo un proprio modello amatissimo in casa e sempre più apprezzato fuori, entrando nel novero dei coreografi d’esportazione, girando l’Italia e l’Europa con titoli audaci e idee nuove sempre più apprezzate e commentate dai media, proprio come ci racconta il coreografo. 
Da Vittoria Ottolenghi e Mario Pasi in poi ho avuto la fortuna di essere capito e apprezzato, trovando conferma sulle pagine dei giornali di quanto di buono sentivo dire in sala dal pubblico sempre più numeroso. Crescevano sempre più la fiducia, la curiosità e la presenza del pubblico, riconoscendomi la capacità di sorprendere con le mie idee e le mie coreografie. Oggi posso cambiare ancora una volta registro. La stessa Bella Addormentata di quest’anno l’ho eseguita a quattro mani, ovvero le due del giovane spregiudicato Fredy Franzutti di sedici anni or sono e le altre due del Fredy Franzutti di questi giorni che ha rivisto quella coreografia, l’ha aggiornata e migliorata nelle scene, nei costumi e nel decore complessivo del libretto. 

Operazione perfettamente riuscita, soprattutto apprezzata, tanto da scommettere su una sua presenza  anche in prestigiose compagini di balletto internazionali.
Ai posteri l’ardua sentenza, nell’unica certezza che da qui in divenire il nostro Fredy Franzutti porterà il suo Balletto del Sud in una dimensione più intimista, in location più raccolte e con una volutissima involuzione nei contenuti e nella sostanza.                
Massimiliano Craus