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La stagione Fournial - Il Direttore della Scuola di Ballo più antica d’Italia ci racconta

L'intervista
Quando
06/03/2020
Genere
L'intervista
Il Direttore della Scuola di Ballo più antica d’Italia ci racconta 

 
Entrare al Teatro San Carlo di per sé è un’esperienza magica. Non so quanto possa valere il mio giudizio, ma ritengo sia il più bel teatro d’Italia.
Salgo alcuni ordini di palchi  e, al terzo mi si apre davanti una porta. Come Alice nel paese delle meraviglie, mi trovo “proiettata” in una dimensione onirica: piccoli danzatori in erba si aggirano tra i corridoi dell’edificio e, al mio passaggio, si fermano per accogliermi con un inchino.  È un vocio ininterrotto che continua ad augurarmi il buon giorno: quasi surreale! 
Già dal primo approccio, ci si rende conto di come lo studio della danza implichi rigore, educazione, rispetto dei ruoli. Antiche tradizioni che, fortunatamente, si tramandano nel tempo a suggellare la storia di un luogo che narra storie, accoglie cultura, profuma di legno, polvere, sudore e, soprattutto, permette di vivere un sogno, in una dimensione che porta, anche solo per poche ore, ad astrarsi da una realtà esterna ben diversa. 
Cosa potrebbe essere  più magico di un Teatro? 
La scuola di danza del Teatro San Carlo è l’unica scuola italiana che ha la sua sede all’interno dell’edificio stesso.
Mentre attendo di essere ricevuta dal direttore  Stéphan  Fournial, la compagnia sta provando nella sala danza più grande che la mattina ospita appunto la compagnia mentre nel pomeriggio vi si svolgono le classi della scuola.
Arrivo in una giornata difficile. 
L’influenza ha colpito un insegnante e la segretaria del Maestro Fournial.                                                                                                                                                                                                                                                                                                              
Il direttore però non si scoraggia: risponde al telefono, apre la porta ai ragazzi, convoca le due maestre presenti, dando disposizioni per far fronte all’emergenza. Nel frattempo accoglie i genitori che si presentano per conferire con lui e riesce anche a ritagliarsi del tempo da dedicare a me. 
Sorridente, ironico, appassionato pur essendo francese, ama  infinitamente questo luogo.
Racconta la storia delle origini della scuola di ballo del San Carlo  con l’orgoglio e la passione  di un italiano. Mentre chiacchieriamo Fournial riceve la telefonata di una signora che chiede informazioni sulla scuola. Lui  risponde con molto garbo,  fornendo in modo accurato ed esaustivo tutte le indicazioni richieste. 
Al termine della conversazione  sento che la signora domanda: “con chi ho parlato gentilmente”?
“Con il direttore della scuola di Ballo del San Carlo, signora”, risponde lui con estrema umiltà ed infinita gentilezza.
“Ma davvero? Non avrei mai pensato che mi avrebbe risposto il direttore. Grazie lei è stato molto gentile” ribatte la signora, chiaramente stupita.
Tra una telefonata e l’altra e il citofono che suona, proseguiamo la nostra chiacchierata. 
Ad un certo punto bussano alla porta: sono i ragazzi più grandi che  dovranno provare la coreografia  che presenteranno a Roma, in occasione del Gala dedicato alle grandi scuole italiane e internazionali. Purtroppo il loro insegnante è ammalato. Il maestro Fournial, senza scomporsi, gestisce anche questa emergenza ritagliandosi uno spazio per seguire personalmente le prove. 
Scorrendo il curriculum di Stéphan Fournial, scopriamo che, oltre ad avere un trascorso da grande ballerino, ha conseguito il Diploma di Stato  Francese  per l’insegnamento della danza classica; vanta  riconosciute ed apprezzate competenze di manager e produttore  e, con la sua agenzia “6 prime” ha prodotto spettacoli e promosso artisti e compagnie. 
Nessuno stupore quindi nel vederlo così operativo e pragmatico! 
La gestione Fournial da subito ha delineato un percorso preciso, in quanto, a suo avviso, la mission della scuola di danza di un Ente Lirico è quella di formare ballerini che possano entrare a far parte di un corpo di ballo. “Pochissimi saranno Etoile e pochi solisti, ma i più dovranno essere in grado di far parte di un corpo di ballo con rigore, spirito di squadra e precisione. 
Importantissimo sarà sapersi muovere sul palco, formando linee precise ed utilizzando gambe e braccia all’unisono” .
Questo è ciò che, più volte, Fournial ha dichiarato nelle sue innumerevoli interviste. 
“Sono questi  i motivi  per cui ritengo che questa scuola, di base, debba concentrarsi sulla danza classica accademica, pur  essendo il San Carlo perfettamente  in grado di sperimentare  percorsi di danza contemporanea” e continua “Secondo me, lo studio del contemporaneo  può essere approfondito meglio in altre scuole.
Ovviamente come workshop, la scuola può invitare coreografi importanti per la realizzazione  di coreografie contemporanee, in modo da far vivere agli allievi un’esperienza complementare, ma non primaria. 
Gli studenti della scuola di danza sono tutti allievi che hanno anche impegni scolastici e coniugare studio e danza è complicato, sia per la gestione degli orari, sia per l’impegno che gli studenti devono dedicare ad entrambe le realtà.  
Reputo che sia più interessante e produttivo -  anche ai fini del lavoro - dedicarsi bene ad una tecnica in particolare, piuttosto che disperdere energie. 
Non amo illudere gli studenti e  preferisco prepararli subito con chiarezza ed onestà, facendo loro presente che il fisico è il principale strumento per la professione di danzatore e soprattutto il ballerino classico deve essere rispondente a determinati canoni fisici.
Ad oggi sono circa 200 gli allievi che frequentano la scuola, dei quali circa il 40% arriva da fuori Napoli, con 4 docenti:
Rossella Lo Sapio propedeutica e II corso
Ilenia Logorelli I e III corso  e Pilates.
René De Cardenas : IV corso; tutti gli uomini dal III corso in poi; le donne del IV corso e passo a due. 
Soimitia Lupo  corsi avanzati.
Un team con storie e formazioni differenti ma con un grande affiatamento”.
Alla scuola del San Carlo molteplici sono le metodologie utilizzate, perché Fournial attinge da ognuna le cose che reputa migliori.
Al 50%  segue la tecnica Vaganova per la formazione principale ma, per quanto riguarda la cura delle linee e l’estetica, si affida alla scuola francese. Per gli uomini ritiene  molto utile anche la scuola cubana. 
Fournial, sulla base di molteplici considerazioni, ha preparato il piano didattico in stretta collaborazione con i docenti. 
Negli ultimi tempi l’obiettivo del direttore è creare una rete di contatti con varie compagnie, per poter offrire maggiori opportunità ai suoi studenti.
Il costo per frequentare i corsi è di 500 euro a trimestre (per i primi corsi),  per aumentare a 620 e a 730 salendo di livello. 
Lo spettacolo di fine anno non prevede alcun onere per i ragazzi.
Nonostante la scuola sia ad indirizzo classico Fournial nel 2019, dopo aver conosciuto in giuria ad  un concorso di danza, il maestro di Hip Hop Moreno Mostarda, ha deciso di invitarlo per uno stage. Credo che Mostarda sia l’unico insegnante Hip Hop invitato nei templi sacri della formazione classica, quali l’accademia di Monte Carlo e appunto la scuola del San Carlo. Per portare una disciplina così dirompente in certe realtà, occorre un docente che sappia rapportarsi con gli allievi e che intuisca immediatamente cosa proporre per ottenere il miglior risultato.
Moreno, che conosciamo da molti anni, mi ha mostrato i video del lavoro svolto. Ho potuto constatare così di persona l’interesse dimostrato dagli allievi e i risultati conseguiti in pochissimi giorni.
Tra l’ilarità delle maestranze del Teatro, la curiosità del corpo di ballo, le problematiche dell’utilizzo delle scarpe da ginnastica sul tappeto danza della sala prove (utilizzata anche dalla compagnia), gli intrepidi Mostarda e Fournial - contro tutto e tutti - hanno portato avanti l’inusuale impresa che ha sortito nei ragazzi un effetto inebriante. 
Dopo la prima lezione, i bambini del propedeutico e del I corso (che erano stati esclusi dallo stage) hanno chiesto di poter essere inseriti. Richiesta prontamente accolta dal direttore. L’esperimento Hip Hop, ha messo in evidenza la grande personalità e carisma scenico di alcuni allievi, non particolarmente straordinari nel classico.
L’Hip Hop ha prodotto un effetto liberatorio da quelle che sono le griglie e gli studi rigorosi del classico, dimostrando l’importanza della grinta e della presenza scenica che talvolta può supplire a qualche carenza tecnica, facendo anche la differenza tra coloro che dimostrano una padronanza tecnica ineccepibile. Stéphan Fournial, oltre ad aver assistito a tutte le lezioni di Hip Hop, ha anche preso parte ad alcune di esse, motivando ancor più i suoi studenti. 
Il maestro Mostarda è il primo ad essere rimasto piacevolmente stupito del successo ottenuto.
“La cosa che più mi ha impressionato durante i 4 giorni  - ha dichiarato - è l’educazione e il reverenziale rispetto degli allievi nei confronti del maestro. Il primo lavoro è stato quello di liberarli da alcuni schemi mentali; portarli a lasciarsi andare. Il secondo giorno infatti l’approccio era più rilassato e il terzo e quarto hanno ballato con piacere, divertendosi, anche se è chiaro a tutti che danzare hip hop non significa affatto essere liberi da studio tecnico e disciplina.  
Anche l’hip hop ha passi codificati, regole da seguire, nomi da imparare e tecnica da mostrare.
Ovviamente il tipo di movimento e la musica rispondono a dei canoni che modificano l’approccio con la danza classica.
Fournial ha voluto fare un regalo ai suoi allievi, offrendo loro 4 giorni in cui anche i docenti hanno preso parte ad un’iniziativa che li ha portati a condividere un differente percorso che ha entusiasmato tutti.
Non credo che tutti i direttori di una scuola di ballo di un Ente Lirico abbiano una visione così evoluta. Fournial ha intuito la potenzialità di questa operazione, alla quale ha dato rilevanza soprattutto con la sua presenza. 
Mi auguro che altri direttori ne possano seguire l’esempio” ha concluso Mostarda.
Come ha precisato Stéphan Fournial, dare una lezione di danza è una cosa, essere un maestro è un’altra. 
“Moreno Mostarda è un maestro perché ha saputo insegnare in pochi giorni una tecnica che per allievi di danza classica può risultare complicata da acquisire” – ha dichiarato il direttore - “Mostarda è riuscito nell’intento di liberarli da schemi e tecnicismi,  portandoli ad una consapevolezza del loro corpo e dell’espressività, tale da far emergere in molti di loro, doti finora inespresse.  
Tutto il mio corpo docenti è formato da maestri che sanno bene come insegnare e preparare un bambino più o meno dotato, con la consapevolezza di avere tra le mani un materiale estremamente plasmabile. Per questo la formazione è determinante poiché i danni che un insegnante può arrecare nella prima fase di crescita non sono da sottovalutare. Da sempre urlo allo scandalo quando ad una bimba di 8 anni, anche se  super dotata, vengono messe le scarpe da punta. A quell’età le ossa del piede sono ancora in fase di crescita e assestamento”.
Fournial durante la nostra giornata di incontro ha ricevuto anche alcuni genitori. “Tengo particolarmente ad avere un rapporto personale con i genitori; cerco di spiegare loro molte cose, preparandoli al percorso di difficoltà e sacrifici che coinvolgono loro e i loro figli. Illustro il tipo di studi che affronteranno nella scuola, il rigore educativo, l’aspetto e la cura dell’abbigliamento in sala danza, il rispetto dovuto a tutti coloro che incontrano nei corridoi, l’ordine nei camerini, il  tono della voce consono all’ambiente. Insomma spiego i principi che, da anni,  danno alla danza il rigoroso valore educativo, basato sulla disciplina e cortesia”.
Al termine della nostra chiacchierata il maestro Fournial mi ha accompagnata in visita alla scuola, dandomi la possibilità di assistere ad alcune lezioni.  
Per me, questa è stata sicuramente la parte più bella  della giornata. 
Ogni ragazzo che studia danza a livello amatoriale dovrebbe, una volta nella vita, assistere alle lezioni che si tengono in una grande Scuola di Danza, sia essa di un Ente Lirico o Accademia. 
È difficile pensare che dietro quei salti e quelle piroette, dietro una professione cosi affascinante e meravigliosa, ci sia tanta determinazione e forza di volontà per accettare enormi rinunce e sacrifici. La passione per la danza è certo il motore che spinge uomini e donne quasi ad annullarsi per un amore  poco comprensibile da chi non lo vive.
Riattraverso i corridoi della scuola. Esco da una porta che mi immete nel cuore del Teatro San Carlo. 
Mi affaccio da un palco per ammirare quello che è forse ritenuto il più bel Teatro del Mondo. Ammiro gli affreschi dei soffitti. L’orchestra si sta preparando. 
Il pubblico lentamente sta entrando: le signore sono in abito da sera e gli uomini eleganti in scuro (se non in smokimg). A Napoli  si usa ancora rispettare le vecchie tradizioni. È la prima di Ermione di Gioacchino Rossini. 
Si respira un’ atmosfera di altri tempi.  Penso a quei ragazzini che stanno studiando a pochi metri da tutto ciò e penso a quanto siano fortunati  nel poter utilizzare un patrimonio così importante. Spero vivamente lo sappiano apprezzare!
Esco dal Teatro. Sono nella meravigliosa Piazza Plebiscito. Mi incammino verso il lungomare e questa caotica, chiassosa, ma elegante e coinvolgente città, mi mostra tutto il suo fascino. Guardandomi intorno mi rendo conto solo ora perché ho preferito venire a vivere direttamente questa esperienza e non  sentirla raccontare. 
I colori, i profumi, i sapori di Napoli mi hanno sempre affascinata e non perdo occasione per poter rinnovare la gioia che mi suscita l’atmosfera magica di questa inebriante città!
Monica Ratti