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La storia del Balletto Romantico

By Danzasì
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06/04/2021
Genere
By Danzasì
Nuovi SEMINARI Narrare la danza

LA STORIA DEL BALLETTO ROMANTICO

a cura di Fabiola Pasqualitto


Parte 1/2/3 nelle domeniche 9, 16, 23 maggio ore 10:00

 
I primi anni del XIX secolo rappresentano l’inizio di una nuova era per la danza in Occidente. In tutta Europa si respira una nuova corrente letteraria: il Romanticismo, da cui il balletto assorbe il gusto per la fiaba e il sogno. La danza subisce sostanziali cambiamenti nella struttura coreografica, nel soggetto, nello stile e soprattutto nella tecnica.
Il rivoluzionario balletto d’azione del Settecento ora non è più chiamato così. La scena diventa un mondo popolato da creature fantastiche ed evanescenti e narra storie che in realtà sono solo un pretesto per esibire leggerezza e sensualità. Robert Le Diable è la prima messa in scena di una nuova opera realizzata dal nuovo direttore dell’Opéra di Parigi, Louis Véron, il debutto avviene il 21 novembre del 1831. Al successo dell’Opéra contribuisce anche il provocatorio balletto delle monache del terzo atto, con la ballerina Maria Taglioni.
L’anno successivo il balletto La Sylphide stupisce il pubblico per le sue innovazioni tecniche e stilistiche. È l’inizio del balletto romantico in Francia che culminerà, otto anni più tardi con Giselle. Dopo il successo della Sylphide e di Giselle, numerose altri balletti fioriscono per opera d’importanti librettisti e coreografi, tra questi La Peri, di Jean Coralli e Théophile Gautier. Nonostante le novità dei soggetti e gli sforzi di aderire alle tendenze del momento, nessuno dei balletti riesce però ad eguagliarsi ai precedenti.
Alle celebri Maria Taglioni, Fanny Elssler e Carlotta Grisi subentrano altre dive, portatrici sulla scena di nuove tendenze stilistiche. Di fronte alla carenza di danzatori autoctoni, l’Opéra di Parigi ingaggia danzatori stranieri, Artur Saint-Léon e Fanny Cerrito diventano la coppia vincente del momento, esempi di una danza fortemente legata ai tecnicismi.
Nel 1845 si assiste alla nascita del nuovo genere coreografico: il Pas de quatre, tenuto a battesimo dalle divine Taglioni, Cerrito, Grahan e Grisi. Il balletto romantico riceve un forte impulso dal coreografo danese August Bournonville, attivo al Teatro Reale di Copenaghen; ideatore di innovazioni tecnico-stilistiche crea numerosi balletti tra cui il fortunatissimo Napoli.
Il balletto italiano è caratterizzato dalla presenza di numerosi e preparatissimi danzatori provenienti dalla scuola di Carlo Blasis. Meno significativa è invece l’attenzione verso il nuovo genere, occorre aspettare il 1881, anno della prima alla Scala del fortunatissimo gran ballo Excelsior, emblema del tardo-romanticismo italiano. In questo periodo San Pietroburgo diventa meta di molti artisti europei. La stella del balletto romantico Maria taglioni vi effettua diverse tournées divulgando alle danzatrici russe la tecnica delle punte, gli enchainements e la tecnica dell’adagio. La sua presenza stimola il mondo della cultura e della moda e la a sua fama suscita fanatismi che sfociano in scandalosi eccessi: proprio in Russia viene coniato il termine “ballettomania”.
I Teatri Imperiali Russi vedono l’ingaggio di due importanti coreografi francesi: Jules Perrot e Artur Saint-Léon che apportano miglioramenti alla danza d’azione. È però il coreografo marsigliese Marius Petipa che vi lascia un’impronta significativa. Fervido compositore di opere tardo romantiche, grazie anche alla collaborazione con lo straordinario compositore Čajkovskij, rimane alla storia come autore di balletti tra i più rappresentati al mondo.

                                                                                     Fabiola Pasqualitto

 
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Luana Luciani