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Laura Comi una direzione responsabile per non fermare la crescita dei giovani talenti

L'intervista
Quando
07/05/2021
Genere
L'intervista

“Il talento, affinché possa esprimersi al meglio, deve essere indirizzato e mirato ad uno studio disciplinato e rigoroso.”

(Laura Comi) 


Laura Comi, già étoile dell’Opera di Roma, è alla direzione della Scuola di danza del prestigioso Teatro da quasi dieci anni. Incarico che svolge con rigore e dedizione, soprattutto in un periodo così critico come quello che stiamo vivendo. Di lei colpisce la gentilezza e la discrezione a cui si assommano il rigore e la competenza nello svolgere un ruolo, oggi, di particolare responsabilità. Alla base vi è certamente una grande esperienza, iniziata proprio alla Scuola dell’Opera dove si è diplomata, esperienza acquisita con duro lavoro, sacrifici e una forte passione, costanti imprescindibili per una riuscita carriera. 

La sua vita, dedicata alla danza, è costellata di prestigiosi premi, numerosi riconoscimenti e memorabili interpretazioni, tra le quali quella di Giselle di cui Alberto Testa, nel 2005, fece un’eccellente recensione: «Nel complesso dell’Opera di Roma Laura Comi è la migliore Giselle di oggi trasmessaci dalla migliore Giselle del mondo di ieri: Carla Fracci».

Gentile direttrice, com’è stata la ripresa alla Scuola dell’Opera, dopo la chiusura delle sale di danza e i teatri?
La ripresa delle lezioni in presenza è avvenuta alla metà di giugno scorso in concomitanza della riapertura dei teatri. Tutti i corsi hanno svolto le lezioni fino alla fine di luglio. Durante questo periodo, con la Direzione del Teatro dell’Opera e il servizio di sicurezza, abbiamo stilato un protocollo sanitario in osservanza a quanto stabilito dalle autorità in materia di contenimento della diffusione del coronavirus. Protocollo che abbiamo scrupolosamente applicato per permettere agli allievi e al personale di frequentare la Scuola di danza in sicurezza.

A settembre in che modalità sono riprese le lezioni?
Dopo la pausa estiva, sin dai primi giorni di settembre, abbiamo ripreso le lezioni con molto entusiasmo e seguendo, naturalmente, le medesime modalità. Nei mesi a seguire però, man mano che le restrizioni indicate si facevano più stringenti, abbiamo adeguato l’attività nel rispetto di quanto stabilito. Abbiamo cercato un compromesso tra la salvaguardia della salute e la formazione professionale degli allievi, permettendo loro di seguire le lezioni sia in presenza che a distanza.

Come hanno reagito gli allievi all'ulteriore chiusura del 24 ottobre scorso?
Gli allievi hanno reagito molto bene nonostante le grandi difficoltà che tutti noi stiamo vivendo. Sono soddisfatta di come, insieme al Corpo Docente, stiamo portando avanti il programma didattico di tutti i corsi, sia di quelli legati alla formazione dei danzatori che di quelli della formazione per insegnanti.

Come ha riorganizzato i corsi dal 24 ottobre ad oggi?
È una situazione che ci ha costretti ad applicare sistemi diversi e a rinunciare anche alla preparazione degli spettacoli che da noi occupa uno spazio importante. Solitamente abbiamo prove distribuite su tutto l’arco dell’anno scolastico. Questo aspetto, che è parte importante della nostra offerta formativa, al momento ci manca molto. Tuttavia sto cercando di realizzare iniziative che possano contribuire alla crescita artistica degli allievi, sempre con la massima attenzione alla sicurezza e, al contempo, che possano rappresentare degli stimoli per loro. Nella speranza che la danza possa presto tornare alla sua normale attività, ci adoperiamo per rimanere vicino ai nostri allievi e sostenerli nel proseguire i loro studi.

Lei è un’artista di grande talento, la sua carriera di danzatrice è ricca di momenti prestigiosi. Quali sono state le tappe salienti del suo lavoro?
A parte le mie esperienze da giovanissima dopo il diploma, penso soprattutto al periodo vissuto all’English National Ballet. Molto importante è stato anche il percorso all’interno del Teatro dell’Opera che, nelle varie tappe, mi ha permesso di realizzare meravigliose esperienze e raggiungere importanti traguardi. Le tappe più importanti sono sicuramente quelle legate alle esperienze artistiche più significative. Esperienze che, gradatamente, hanno permesso in me un’evoluzione, non solo artistica ma anche personale.

Quali maestri ricorda con più affetto?
Elisabetta Terabust, con la quale mi ha legato un forte rapporto professionale e personale. Porto costantemente con me il suo ricordo di artista generosa e persona di grande valore.

In quale balletto ha danzato maggiormente “se stessa”?
I ruoli che ho sentito più miei sono sicuramente quelli di Giselle e Giulietta. Per esperienza, posso dire che il piacere di cimentarsi in tanti personaggi rappresenta stimoli e arricchimenti che aiutano ad ampliare le nostre capacità comunicative. Tutto ciò favorisce una migliore interpretazione soprattutto di quei personaggi che si sentono più vicini alla nostra personalità.

Durante la sua carriera ha avuto modo di entrare nelle scuole di ballo più importanti oltre il nostro confine. Sul piano didattico, quali differenze contraddistinguono, in positivo o anche in negativo, la Scuola di Ballo dell’Opera di Roma dalle altre?
Sono venuta a contatto con diverse accademie estere, europee e non solo, e non ho riscontrato differenze nette da poter elencare. Possiamo parlare di stili, anche di uso di terminologie diverse, ma non veramente di differenze positive o negative. Quando parliamo di scuole professionali importanti, con una tradizione, non esiste una Scuola migliore in assoluto poiché tutte vantano la formazione di grandi danzatori. Ballerini certamente dotati di un talento personale ma che solo attraverso la formazione scolastica professionale hanno potuto trasformarsi in sublimi artisti. Il talento, affinché possa esprimersi al meglio, deve essere indirizzato e mirato ad uno studio disciplinato e rigoroso.

Darebbe un messaggio personale ai ragazzi di tutta Italia, allievi di enti ma anche di scuole private, che in questo momento sono fermi a casa?
Di continuare a ritagliarsi uno spazio quotidiano, come se andassero a scuola di danza. Di praticare sì i loro esercizi, ma anche di ritrovare quel benessere psico-fisico a cui sono abituati con lo studio in sala e a cui non possono rinunciare. In questo troveranno la forza e la vitalità per superare i disagi e le incertezze della pandemia che ci auguriamo stia per volgere alla fine.

 

Fabiola Pasqualitto