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Sulle notti di Verona

Passi di Memoria
Quando
08/07/2019
Genere
Passi di Memoria
Romeo e Giulietta: il balletto d’azione più famoso del Novecento al San Carlo di Napoli
La tragedia di Shakespeare più ballata al mondo, si consumerà sulle tavole del palcoscenico partenopeo nel nuovo allestimento in scena dal 21 al 28 giugno. L’orchestra del Teatro San Carlo eseguirà la meravigliosa partitura di Prokof’ev sotto la direzione del musicista moscovita Alexeij Bogorad mentre il corpo di ballo del teatro si esibirà sotto la guida di Mikahail Lavrovsky, figlio del famoso Leonid coreografo della prima Romeo e Giulietta al Kirov del 1940. I due giovani amanti di Verona interpretati da Anbeta Toromani e Alessandro Macario si sostituiranno agli ospiti Olesya Novikova e Leonid Sarafanov che invece avremo modo di apprezzare nelle giornate del 21, 23, 24 e 26 giugno. 
Il balletto, capolavoro sovietico del 900, è una straordinaria ed emozionante traduzione in danza e mimica dei versi di Shakespeare che tanto ha ispirato il mondo del balletto. Tutte le componenti tipiche del balletto d’azione vi sono raccolte in modo esemplare, basti pensare ai duelli, alle scene di piazza, ai ritrovi di corte. 
Sembra che Shakespeare, genio nell’evocare immagini con le parole, abbia ideato il dramma pensando alla danza!

Tormentato, omaggio danzato 
Romeo e Giulietta scritta tra il 1595 e il 1596 è, dopo il senechiano Tito Andronico, la prima vera tragedia di Shakespeare. In essa l’amore, il conflitto generazionale, la faida, la morte, sono le principali linee drammaturgiche che si intrecciano durante tutto il racconto componendone un fitto disegno. In particolare la morte, quella vera, che assale non i vecchi ma i giovani, è presente fin dall’inizio del dramma entrando violentemente in scena con il duello tra Mercuzio e Tebaldo. Tebaldo uccide Mercuzio, Romeo uccide Tebaldo e questo lo porterà all’esilio e il suo amore miracolosamente appena nato sarà subito insidiato e minacciato finché la morte, pian piano, aggredirà anche loro. E’ cosi che, come scrive A. Lombardo, la “bella” Verona celebrata all’inizio, si trasforma in una tomba. Saranno i giovani a morire a causa della faida e l’egoismo dei vecchi (Capuleti e Montecchi). Ma se è vero che nel dramma c’è la morte è pur vero che c’è anche la vita. Non mancano infatti, banchetti, danze, maschere, scene comiche che la inneggiano. Una vita che renderà ancora più struggente e dolorosa la morte. È durante una festa che i due giovani si innamorano. Romeo Montecchi e i suoi amici Mercuzio e Benvoglio si intrufolano mascherati alla festa dei Capuleti per inseguire Rosalina. Ma nella sala da ballo tutti ammirano Giulietta che danza leggiadramente con Paride. Basterà solo un attimo, le mani di lei sfioreranno quelle di lui e…ecco l’amore! In Romeo e Giulietta anche i personaggi minori che attraversano solo per un attimo la scena, come i servi o i cuochi, hanno un’identità e un corpo. Memorabile è la figura della balia, tra le più corpose di Shakespeare, che sarà interprete di alcune delle scene comiche che attraverseranno la tragedia. Il balletto Romeo e Giulietta è un vero e proprio omaggio a Shakespeare. E’ il più bel balletto d’azione del Novecento e il più geniale dal punto di vista di musicale. La drammaturgia di Shakespeare è ben rispettata grazie anche al letterato e regista Sergej Radlov che collaborò con Prokofiev nella stesura del libretto e alla vigile complicità della Società shakespeariana. Eppure la sua nascita non esule da incomprensioni sin dall’inizio, fu tormentata e difficile. Erano gli anni Trenta quando Prokofiev, mosso da un antico patriottismo tornava in Unione Sovietica dopo una lunga permanenza in Europa e in America, mosso da un antico patriottismo, convinto di voler servire la patria con la sua arte. Con il suo ritorno presto la musica sovietica si sarebbe riaccesa di nuovi stimoli, gli ultimi prima della guerra. A monte c’era il suo desiderio di riprendere il discorso dei grandi balletti Ciajkovskijani in un clima in cui l’avanguardia ormai cercava più un’arte sicura, tradizionale ed educativa che rivoluzionaria. Il Kirov di Leningrado propose al compositore di scrivere la musica per Romeo e Giulietta ed egli subito accettò ma presto sorsero difficoltà cosicché Prokofiev si accordò con il Bolscioi  di Mosca per continuare il lavoro. Insieme a Radlov lavorò al libretto del balletto componendo al tempo stesso la musica. Purtroppo quest’ultima non fu ben apprezzata, troppo difficile e incomprensibile per i danzatori e il contratto saltò! Prokofiev si fece nuovamente avanti al Kirov mentre pensava a diffondere due suites e dieci pezzi per pianoforte della sua bellissima partitura ottenendo notevole successo. Passarono gli anni e pur circolando musiche e idee il balletto non riusciva a nascere. Questo vide la luce solo nel 1938 a Brno, in Cecoslovacchia, coreografato e interpretato da Vania Psota con una Giulietta interpretata da Zora Semberonova.
Purtroppo pochi sono i documenti attendibili su questa prima edizione. La prima al Kirov avverrà solo l’11 gennaio del 1940 con le coreografie di Leonid Lavrovsky dopo un contrastato e difficile allestimento. In quest’occasione Giulietta fu la grande Galina Ulanova e Romeo il non meno grande Konstantin Sergeiev. Lavrovsky intervenne anche sul libretto scontrandosi spesso con Prokofiev. Le scene e i costumi furono affidate a Piotr Williams. Questa prima fu un successo, tutte le critiche e le insicurezze lasciarono il posto alla gloria e così iniziava la storia del balletto ispirato a Shakespeare più famoso al mondo. Romeo e Giulietta del Kirov, diviso in un prologo, tre atti, tredici scene e un epilogo, riuscì ad andare in scena anche al Bolscioi nel 1946 e su quel palcoscenico divenne un film nel 1954 con la toccante interpretazione dell’Ulanova. È curioso segnalare che all’inizio del lavoro Prokofiev, ma anche lo stesso regista Radlov, pensarono di concludere la vicenda con un “happy and”. Fortunatamente le proteste sdegnate della Società shakespeariana russa che ritenne quest’ idea un  tradimento alla letteratura oltre che vero e proprio atto di barbarie, fecero concludere il balletto come Shakespeare aveva voluto. La trama fu quindi rispettata e, seppur semplificata, ben sottolineava l’odio della faida, l’amore fra i giovani, insomma la vita e la morte che il genio di Shakespeare voleva pervadesse tutto il dramma. 

Sulle note di Prokofiev due memorabili versioni: Cranko e MacMillan 
Dopo Sergeiev e Ulanova nuovi Romei e nuove Giuliette divennero famosi grazie alle innumerevoli versioni successive a quella di Lavrovsky. 
La nostra Carla Fracci interpreta Giulietta ancora giovanissima e Mario Pistoni è Romeo nella versione di John Cranko. Questa versione, tra le più apprezzate e famose al mondo, nasce a Venezia nel 1958 con il balletto della Scala, rivista poi nel 1962 a Stoccarda con lo Stuttgard Ballet del quale il coreografo aveva assunto la direzione nel ’61. Cranko alleggerisce i toni della tragedia per evocare la festosa Verona con una vera attenzione alla Commedia dell’arte italiana ben intrecciando gli aspetti comici e tragici del dramma nello scontro dei sentimenti. Con numerosi riferimenti alla versione di Lavrovsky, è soprattutto per ballerini-interpreti capaci di andare oltre i confini della danza accademica. Predilige il dinamismo delle variazioni maschili caratterizzando molto i personaggi di Tebaldo e Mercuzio. Tuttavia rimane storico il passo a due (scena del balcone) entrato nel repertorio di tutti i teatri anche isolato dal resto dell’opera. La grande dama del balletto inglese Margot Fonteyn ne fa una memorabile interpretazione a fianco di Rudolf Nureyev nella versione di Kennet MacMillan per il Covent Garden di Londra nel 1965. Diversamente da Granko, MacMillan si concentra soprattutto sul personaggio di Giulietta evidenziando il suo divenir donna rendendo memorabile il pas de deux del II atto quando i due giovani sono appena diventati sposi in cui è molto abile a far presagire la triste sorte dei due amanti. 

Romei e Giuliette nel mondo
Le versioni di Cranko e MacMillan rimangono le più accreditate e conosciute al mondo ma non sono le uniche. Rudolf Nureyev è autore di un suo Romeo e Giulietta nel 1978 (divenne un film nel 1980) con la Fonteyn nei panni di Madonna Capuleti. Le versioni sovietiche più conosciute sono quelle di N.Bojaricov (1972) e Jurij Grigoroviã (1978) primo a utilizzare la partitura originale senza tagli. 
In Occidente, oltre le sopra già citate, sono da ricordare le versioni di coreografi che, lontani dagli accademismi del balletto classico, hanno ben saputo ritrarre il dramma di Shakespeare. Ne sono esempi Romeo and Juliet (1969) di Birgit Cullberg e la versione di John Neumier (1971) ma anche e le più “stravolte” versioni di Fabrizio Monteverde (1989) e Angelin Preljocaj (1990). Altri balletti ispirati alla tragedia di Shakespeare ma danzati su partiture diverse da quella di Prokofiev arricchiscono il repertorio ballettistico mondiale come il Romeo e Giulietta di Constant Lambert (1926) coreografato da Bronislava Nijinska, balletto in tuta e casco d’aviatore su musiche di Hector Berlioz. La partitura di Berlioz fu usata successivamente da Maurice Béjart nel 1966 e poi da Amedeo Amodio nel 1987.  In America diventa con Leonard Bernstein uno dei musical più famosi della storia dello spettacolo: West Side Story (1958 ) con le coreografie di Jerome Robbins. Altre versioni qui non menzionate arricchiscono la storia del balletto mondiale prima e dopo il 1944.
Fabiola Pasqualitto