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Tango Galaciale Reloaded

A distanza di quarant'anni Tango Glaciale torna in vita con un nuovo cast in un riallestimento nato per cogliere l'importanza

Spettacoli
Luogo
Teatro Vascello
Via G. Carini, 78
Roma (RM)
Quando
Dal 25/10/2018 al 28/10/2018
Compagnia
Aterballetto
Genere
Moderno/Contemporaneo

Tango Galaciale Reloaded – A distanza di quarant'anni Tango Glaciale torna in vita con un nuovo cast in un riallestimento nato per cogliere l'importanza

 Il Romaeuropa Festival 2018 prosegue nel segno del grande teatro italiano: in scena dal 25 al 28 Ottobre al Teatro Vascello Tango Glaciale Reloaded (1982 à2018), riallestimento a cura di Raffaele Di Florio e Anna Redi, dello spettacolo manifesto del maestro Mario Martone.

Lo spettacolo (che dopo le date del Ref18 sarà in scena al Teatro Cavellerizza di Reggio Emilia dal 15 al 18 novembre) rinasce in seno al progetto Ric.Ci(Reconstruction Italian Contemporary Choreography anni Ottanta-Novanta), curato da Marinella Guatterini e prodotto da Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini e Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto che punta a dare risalto e dunque a (ri)mettere in moto la memoria della danza contemporanea italiana dall’inizio degli anni Ottanta sino agli inizi dei Novanta. Al suo debutto il 27 gennaio del 1982 al Teatro Nuovo di Napoli, infatti, Tango Glaciale rappresentò uno dei primissimi esempi di dialogo tra teatro e danza, ma anche tra scena, video, cartoons e musica. Dopo le neoavanguardie degli anni Settanta, grazie a compagnie come Falso Movimento diretto da Mario Martone (ma si pensi anche a Gaia Scienza e Magazzini Criminali), gli anni Ottanta ripartirono all’insegna di una ‘nuova spettacolarità’, tra teatro e danza, musica rock, estetiche pop e riferimenti colti

«Lavoravo in un contesto artistico in cui le frontiere tra i linguaggi venivano abbattute, quindi era del tutto naturale immaginare un teatro che non derivasse dalla messa in scena di un testo e che non ponesse al centro dell’azione la parola. Un teatro che fosse, invece, composto di segni diversi, che nascesse da un lavoro sull’immagine, sull’uso dello spazio e sulla definizione del corpo nello spazio. Il nostro non era un lavoro coreografico, poiché io non sono mai stato un coreografo ma sempre un regista, e per Tango Glaciale ho lavorato con attori e non con danzatori. Ma, per me, il gesto era centrale, più importante ancora della parola: gli attori scelti utilizzavano il movimento come parte essenziale della propria espressività. Così nasceva un dialogo tra teatro e danza, tanto quanto tra teatro e cinema, video e pittura, arti visive etc» afferma Martone.

All’epoca interpretato da Andrea RenziTomas Arana e Licia Miglietta, tutti e tre membri della compagnia Falso Movimento, lo spettacolo rivive a distanza di quarant’anni con una nuova generazione di giovani attori (in scena Jozef GjuraGiulia Odetto e Filippo Porro) facenti parte di una generazione nata e cresciuta dopo il 1982. «Per Tango Glaciale non m’interessava costruire un percorso nostalgico e/o documentaristico. Volevo capire se esistesse, nel cuore dello spettacolo, una funzione vitale che potesse riguardare anche una generazione contemporanea. Per questo ho scelto tre giovanissimi attori e chiamato questo riallestimento “reloaded”: lo spettacolo è stato “ricaricato” affinché potesse essere qualcosa di vivo oggi» afferma a tal proposito Mario Martone e continua «allo stesso modoho voluto che fossero Raffaele e Anna a riprenderlo perché non volevo farlo io con le mie mani (…)Naturalmente, ho condotto e supervisionato tutto il lavoro, quindi sono stato presente, però non materialmente nelle prove quotidiane; non volevo. Quando ho visto la prima filata è stata una grande emozione, è stato come essere scaraventati in una macchina del tempo». 

Tango Glaciale Reloaded (1982 —> 2018) non rappresenta solo l’occasione per cogliere l’importanza e la bellezza dello spettacolo originale e della sua epoca, ma anche un modo per rintracciare la connessione tra linguaggi e sentimenti sociali differenti e mettere a confronto due generazioni separate da quarant’anni di storia e cambiamenti. «Tango Glaciale diviene un dispositivo da rivivere, sia da parte degli attori che degli spettatori. Un ragazzo di oggi vive in rapporto a un immaginario digitale che, quando lo spettacolo è nato, era impensabile. Di conseguenza, reagisce in maniera completamente diversa alla sua costruzione dinamica. Ma credo che proprio questo sia ciò che permetta di far percepire una pulsione vitale in questo riallestimento».

 




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