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Rossini si ‘apre’ alla Spellbound

Critica Spettacoli
Luogo
Teatro Vascello
Via Giacinto Carini, 78
Roma (RM)
Quando
Dal 23/03/2017 al 26/03/2017
Compagnia
Spellbound Contemporary Ballet
Genere
Moderno/Contemporaneo
Angela Testa



Rossini si ‘apre’ alla Spellbound

di Angela Testa





‘Allora, dove eravamo rimasti?’ pare che Gioacchino Rossini esclamasse apparendo agli amici dopo aver fatto perdere, per un periodo, tracce di sé.

‘Allora, dove eravamo rimasti?’ pare dica Mauro Astolfi con l’armadio delle meraviglie che dieci anni fa fu oggetto magico di scena di quel capolavoro che è stato ed è rimasto Carmina Burana. Torna l’armadio, in Rossini Ouvertures, l’ultimissima creazione di Mauro Astolfi per Spellbound Contemporary Ballet che ha debuttato a Pesaro il 25 febbraio tra i festeggiamenti organizzati per celebrare la figura artistica ed umana del geniale compositore, e diventa non solo fondale, grazie alla sapiente realizzazione scene di Filippo Mancini/Chieèdiscena Scenografia, ma trama della storia, affaccio sulla sorpresa, incanto e disincanto, in un gioco a nascondino con la continua ricerca e la rinnovata scoperta del desiderio umano.

Dove eravamo rimasti? Dal Medioevo e dai monaci benedettini siamo arrivati alla fine del ‘700 per conoscere Gioacchino Rossini, un personaggio dalla personalità complessa ed intrigante, un artista precoce e illuminato e un uomo dalla personalità tenace, amabile e scherzoso ma anche introverso e ipocondriaco, combattuto tra le gioie della vita e una profonda paura della morte, e la perenne insoddisfazione che lo hanno condotto in oscuri scenari depressivi.

Astolfi crea con ironia e giocosa irriverenza su una colonna sonora imponente, densa e trascinante. Non entra tra le pieghe seriose delle melodie ma cavalca le onde dei movimenti con caotica spavalderia, quella ‘follia organizzata’ così come Baricco definisce la musica di Rossini. Con tratti parossistici del gesto, spesso fine a se stesso e all’apparenza scevro da un’intenzionalità profonda, dipinge rapporti fugaci tra uomini e donne in continua e ripetitiva ricerca di un contatto mai sufficientemente appagante; un rapporto che non arriva nel profondo, si ferma sulla superfice di un soddisfacimento dei sensi, un’abbuffata reale e metaforica che fa venire il mal di pancia, riempie ma non nutre, non fa crescere perché s’illude e rimane deluso.

Deliziosi i costumi settecenteschi di Verdiana Angelucci che con pochi tocchi, senza indulgere in leziose ridondanze rococò, sono efficacemente eleganti nella loro semplicità.
Le donne, che vestono i pantaloni come gli uomini, si differenziano per una vezzosa camicia bianca con volant; sono loro ad ammiccare, a provocare, a prendere e pretendere un rapporto, una conquista, un amplesso; gli uomini si lasciano irretire come bambini in un negozio di giocattoli, ma si stancano presto, si sottraggono, per ritrovarsi alla fine saldamente intrecciati, e intrappolati, tra loro stessi nel negozio di Figaro che invasato del suo stesso estro fa la barba a uomini…e a donne.

Torna anche qui il tema della lotta tra bene e male, angeli e demoni che dal mondo dell’onirico si fanno materia per trascinare con sé l’essere ambito addormentato. Il bianco lenzuolo che avvolge, come un’identità stropicciata tirata da una parte e dall’altra, il dormiente protagonista, si fa enorme copertura delle diverse anime che si agitano in lotta nel profondo; ne emerge l’anima nera, l’acuto mal di vivere, che alla fine accompagna il protagonista verso un oscuro ignoto: la paura della malattia e della morte che l’ipocondriaco Gioacchino riesce a vincere solo nella sua musica.

I quadri che Astolfi compone sono immagini di grande effetto, che il disegno luci di Marco Policastro rende morbidamente pittoriche, sempre molto efficaci nel comunicare emozioni.

I movimenti sincronici di gruppo, a tempo con la musica, sono una gioia per gli occhi e il cuore, troppo pochi e brevi per soddisfare l’ingordigia del pubblico che ha apprezzato entusiasticamente l’opera.

I danzatori di Spellbound, tutti, sostengono ritmo, interpretazione e velocità del movimento impressi dal coreografo; Maria Cossu definita e intensa, come sempre.



Teatro Vascello – Roma
Dal 23 al 26 Marzo 2017

SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET
Direttore Artistico Mauro Astolfi Direttore Generale Valentina Marini

ROSSINI OUVERTURES
“Allora..Dove eravamo rimasti ?”

coreografia e regia Mauro Astolfi
danzatori Fabio Cavallo Alice Colombo Maria Cossu Giovanni La Rocca Mario Laterza Giuliana Mele Caterina Politi Giacomo Todeschi Serena Zaccagnini
musiche ‪Gioachino Rossini‬
disegno luci Marco Policastro
set concept Mauro Astolfi Marco Policastro
realizzazione scene Filippo Mancini/CHIEDISCENA Scenografia
costumi Verdiana Angelucci
assistente coreografa Alessandra Chirulli
ufficio stampa Antonino Pirillo

Una produzione Spellbound realizzata con il Contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo in collaborazione con il Comune di Pesaro & AMAT

Le foto sono di Cristiano Castaldi

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