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La cultura italiana verso un nuovo rinascimento

Dal Ministero
Quando
05/01/2023
Genere
Dal Ministero
Il 1 dicembre alle ore 13, presso la Sala della Regina, le Commissioni riunite Cultura di Camera presieduta da Federico Mollicone e Senato Presidente Roberto Marti, alla presenza del sottosegretario Vittorio Sgarbi hanno svolto l'audizione del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sulle linee programmatiche del suo dicastero.
In 1 ora e 40 il Ministro ha illustrato tutti i temi principali della cultura, dalla transizione ecologica a quella digitale, dallo sviluppo dell’audiovisivo alla proiezione della cultura italiana nel mondo, dall’aumento della competitività alla ripresa delle aziende, nonchè la promozione di coesione territoriale, infrastrutture, istruzione e ricerca. Un rilancio della cultura  che passa anche da adeguati livelli di tutela e conservazione del patrimonio materiale e immateriale favorendo la crescita sociale, occupazionale ed economica. 
Il PNRR sarà portato avanti con qualche piccolo aggiustamento, soprattutto occorrerà ridimensionare il numero delle opere da seguire perché a fronte degli aumenti dei costi, in particolare energetici, non vi sarà un incremento delle risorse.
Grande attenzione è stata allo spettacolo dal vivo in particolare al FUS, istituito con la legge 163 del 1985, il principale strumento con il quale lo Stato finanzia tutto il comparto dello spettacolo dal vivo.
Nel 2022 il fondo è stato di 423 milioni di euro che sono stati così suddivisi: 192 milioni pari al 45,4% è andato alle 14 fondazioni lirico sinfoniche, mentre i residui 240 milioni sono stati suddivisi tra 1494 organismi.
Di questi 90,5 milioni sono andati al teatro (21,4%), 81 milioni alla musica (19,1%), 18,5 alla danza (4,4%), 7 ai circhi e allo spettacolo viaggiante (1,9%), 15 al multidisciplinare, 4 alla programmazione, 10,7 alle azioni di sistema, 2,8 alle residenza, 600mila euro all’osservatorio dello spettacolo e 50 mila al Consiglio superiore dello spettacolo e alle commissioni. 
Secondo il Ministro è necessario apportare dei cambiamenti, anche perché non tutti gli organismi finanziati hanno raggiunto gli scopi previsti. 
Fondamentale è rivedere i meccanismi normativi che riguardano l’iter di approvazione dei progetti e l’erogazione dei contributi. Da una parte occorre accentuare i controlli preventivi e successivi sull’effettivo utilizzo del FUS e dall’altro è necessario modificare i parametri di attribuzione in un’ottica che sia premiante; attualmente infatti il FUS premia la quantità e non la qualità dei progetti artistici. Sembra inoltre che venga premiato il passivo degli enti mentre l’ottica dovrebbe essere diametralmente opposta: premiare le gestioni virtuose, in grado di reperire fondi diversi da quelli pubblici. 
Il Ministro ha parlato anche delle assegnazioni improprie per problemi di efficacia del sistema nel quale si sono stratificate consuetudini errate.
Il primo step che verra affrontato sarà cambiare il nome per dare risalto alla natura di fondo nazionale per le arti performative e lo spettacolo dal vivo.
Occorrerà poi incentivare le produzioni e gli artisti italiani restituendo identità nazionale alla produzione artistica. Il coinvolgimento di artisti italiani dovrà essere qualificante per l’erogazione dei contributi. Il FUS si porrà così quale investimento dello Stato sui propri talenti.
Si è parlato anche di corpi di ballo stabili nelle fondazioni lirico sinfoniche. Attualmente ai danzatori è destinato il 4,8% di tutti i posti di lavoro all’interno delle Fondazioni Lirico Sinfoniche. Il dicastero si impegna ad impiegare dei fondi per il loro ripristino. 
Il Ministro ha anche riferito che attualmente sul territorio nazione ci sono circa 1000 teatri chiusi per i quali si auspica un ritorno all’attività anche decentrando le attività delle FLS.
Altro punto analizzato riguarda la previdenza e assistenza dei lavoratori dello spettacolo. L’artista non può più essere un lavoratore precario ma occorre aumentarene la sicurezza sociale. Per farlo è necessario sanare alcuni vuoti normativi come l’assenza di una indennità di maternità. Sono allo studio misure di incremento delle risorse per l’indennità di discontinuità, così come politiche di detrazione fiscale per il rilancio dei consumi culturali. 
Altro punto importante riguarda il codice dello Spettacolo la legge delega in materia di spettacolo dal vivo approvata alla fine della scorsa legislatura in attesa dei decreti attuativi già da diverso tempo. Finalmente l’attesa sembra essere giunta al termine e a gennaio si dovrebbe mettere mano ai decreti.
Queste le linee programmatiche illustrate dal Ministro in ambito spettacolo dal vivo: nulla di nuovo o inaspettato.  
Il presidente della commissione cultura della Camera Federico Mollicone ha dichiarato: “noi siamo italiani e l’arte, la cultura, il teatro, la danza, la lirica la musica sono la nostra anima e costituiscono il nostro orgoglio nazionale”.
Non ci resta che aspettare e sperare che le buone intenzioni del Ministro non rimangano parole al vento.
Luana Luciani