di
Raffaella Appià
“Qualcosa non va. Lo sento. Ma passo oltre. Voglio essere leggera. Devo restare concentrata su l’Amor Brujo. Io non ricordo e non mi importa di ricordare.” Mariela ha trentuno anni e vive rincorrendo la sua passione: il teatro e la danza. È protetta dall’affetto dei suoi genitori, come ogni ragazza benestante in una metropoli dei nostri giorni. La sua memoria, però inizia solo diciotto anni fa. Non se ne fa un problema finché le cicatrici non arrivano prepotenti a chiederle il conto. Sono la famiglia e gli amici, con il loro intrecciarsi di rapporti umani turbolenti, a volte teneri e spesso buffi, ad accompagnarla alla scoperta del passato. Ogni componente risolve se stesso, affronta scelte e si emancipa da un destino che sembra segnato, sempre e solo nella relazione con l’altro. I personaggi si muovono in una società ideale in cui il dialogo aperto e sincero è l’unica strada per le fragili psicologie individuali.
Raffaella Appià
Raffaella Appià romana, danzatrice e attrice, coreografa e regista. Dal 1995 scrive testi teatrali (Hikmet, Travolti, Trilogia di emigrazione, Nel sangue di Elettra, Se una mattina io) e racconti pubblicati da Damster Edizioni.
“Liberi dal sangue” è il suo primo romanzo.
Come è nata l’esigenza di scrivere un romanzo?
Einstein diceva che "la creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura" considerazione che ci potrebbe essere molto utile in questi giorni di paura e sgomento che stiamo vivendo. Circa un anno fa mi sono trovata improvvisamente in uno stato molto simile all'angoscia. Mi sono chiusa in me stessa per cercare di cullare anima e cuore. Per farlo ho preso "la penna in mano". Ho ritrovato un vecchio file dove avevo appuntato una traccia molto vaga della storia. E mi sono lasciata completamente travolgere dalla vita di Mariela, la protagonista, fino a dimenticare/curare le mie tribolazioni.
Infoline:
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