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Una dolorosa quanto sofferta chiusura

Primo Piano
Quando
11/06/2024
Genere
Primo Piano

Intervista a Cristina Bozzolini, Lucia Geppi e Sabrina Vitangeli  
sull'annunciata chiusura della Scuola del BdT e della Compagnia NBdT  

Ha colto di sorpresa la notizia della chiusura della compagnia Nuovo Balletto di Toscana e della Scuola del Balletto di Toscana, entrambe creature di Cristina Bozzolini, una delle figure più esemplari e carismatiche della danza italiana e non solo. Una decisione dolorosa e sofferta che ha portato Cristina ad affrontare con coraggio e determinazione questo difficile momento e a trovare in esso le ragioni per andare avanti nella consapevolezza di aver fatto, creato e costruito tanto e di cui fa fede la coinvolgente biografia scritta a quattro mani con Silvia Poletti e intitolata Se la danza non mi basta.    E proprio nella stima e nel rispetto che le sono dovuti è sembrato doveroso parlare con lei, con Lucia Geppi, codirettrice insieme a Cristina della Scuola del Balletto di Toscana, e con Sabrina Vitangeli, maître de ballet del NBdT, per fare luce su questa drastica eppure inevitabile risoluzione che segna la storia della danza fiorentina e italiana.   

«Ho alle spalle settant’anni di danza - esordisce - e a giugno terminerà l’avventura pluridecennale della Scuola del BdT e della compagnia Nuovo Balletto di Toscana, fondata nel 2019. È stata dura ma inevitabile. Sono stata male ma ora sto meglio e mia figlia Sveva (Direttrice di compagnia  Aterballetto ndr)  mi ha aiutato a realizzare che a ottant’anni posso anche fermarmi e pensare a me stessa. 
Mi sono sempre votata al lavoro e anche se non mi sono mancati amori, affetti e amicizie, la danza è stata prioritaria. Per quarant’anni mi sono dedicata alla direzione della Scuola e della compagnia, prima il BdT, poi lo Junior BdT e infine il NBdT, senza contare la parentesi a capo del Balletto di Roma e il periodo alla guida di Aterballetto, e posso dire di avere cognizione di cosa significa in Italia cercare di realizzare cose di qualità. Certo chiudere Scuola e Compagnia non lascia indifferenti ma, alla fine, penso sia meglio così. C’è un inizio e una fine e quello che ho fatto e dato resterà e mi deve bastare».
In effetti l’abnegazione della Bozzolini nel suo lavoro è proverbiale, come è proverbiale la sua instancabile ricerca della qualità in ogni cosa che ha realizzato. «Ho sempre cercato la qualità nei maestri, nei coreografi, nei ballerini ma, economicamente parlando, non è stato facile in passato e neppure nel presente. Riccardo Donnini, con il quale ho condiviso per anni la mia vita sentimentale e artistica, mi ha lasciata quattro anni fa e ho fatto il possibile per gestire la Scuola e la Compagnia senza di lui, ma ho sentito tanto la mancanza della sua presenza e dei suoi consigli. Fino a che sono stata Prima Ballerina al Teatro Comunale di Firenze non ho avuto problemi finanziari, anzi, e mi sono sentita amata e considerata. Ricordo che quello è stato un periodo bellissimo in cui ho lavorato con grandi coreografi e maestri e sono stata a contatto con Sovrintendenti come Massimo Bogiackino e Luciano Alberti che amavano l’arte, la cultura e la danza».
Straordinaria danzatrice e donna volitiva, Cristina non si è mai fermata e questa sua passione per la danza, una volta ritiratasi dalle scene, ha portato alla nascita nel 1985 di una vera e propria perla: il Balletto di Toscana. «Definivo il BdT la mia croce e delizia perché dirigere una compagnia privata in Italia non è uno scherzo. In Italia, e mi duole dirlo, non c’è poi una grande attenzione per la danza da parte delle istituzioni e, al contempo, troppo poco interesse per conseguire un alto livello. La qualità è difficile da perseguire e ottenere e nella mia carriera direttiva mi hanno guidato la passione, la sensibilità e un certo intuito nell’individuare bravi coreografi anche poco conosciuti. Magari mi è mancata la capacità gestionale delle finanze ma, anche in questo, ho cercato di fare del mio meglio. Il mio rammarico è forse quello di non essere stata considerata come credo avrei meritato. Sono sempre stata in prima linea culturalmente e politicamente e lo stesso titolo del libro lo testimonia». 
In questa triste vicenda gli anni della pandemia hanno assestato un duro colpo alla sopravvivenza della Scuola e della Compagnia e i finanziamenti ricevuti non sono bastati. «Non si può lottare sempre e sono arrivata alla conclusione che era meglio chiudere la Compagnia. La Scuola a conti fatti ha chiuso per altri motivi: la sede di via Monteverdi non è più a norma e non è facile trovare a Firenze un locale con i requisiti necessari. Ora inizia un altro capitolo in cui voglio stare con le persone a me più care e occuparmi di quello che più mi piace senza preoccuparmi di questioni economiche. Leggo molto, a Reggio Emilia ho tanti amici con interessi comuni e poi ci sono mia figlia e mio nipote. Non mi sento perduta e se mi capiterà di fare qualche supervisione o qualche consulenza a progetto le farò volentieri e posso dire che qualcosa c’è già all’orizzonte ma è prematuro parlarne». 
La ricerca della qualità ‘bozzoliniana’ è stata alla base del profondo legame che ha contraddistinto il rapporto di Cristina con Lucia Geppi, codirettrice della Scuola del BdT, e con Sabrina Vitangeli già Solista di MaggioDanza e maître de ballet del NBdT, in un sodalizio tutto al femminile più umico che raro.  
«Ho cominciato a studiare danza con Cristina al Centro Studi Danza in Piazza della Signoria - racconta Lucia - e sono cresciuta come ballerina grazie a lei tanto da entrare nell’Ensemble di Micha van Hoecke. In seguito sono stata maestra di ballo per sette anni all’Aterballetto diretto da Mauro Bigonzetti e sono diventata docente free lance in importanti compagnie europee, con cui collaboro tuttora. Due anni fa Cristina mi ha chiesto di prendere la codirezione insieme a lei della Scuola del BdT che, dopo la pandemia, aveva ripreso in pieno con grande soddisfazione per lei, per me e per gli allievi. La decisione di chiuderla è stata tristissima ma, purtroppo, non si poteva fare altrimenti. 
Ho sofferto soprattutto per lei e sono  convinta che pensare a se stessa l’aiuterà. È una donna forte, ha fatto il possibile e l’impossibile anche rimettendoci di tasca sua e ora è giusto che si goda il meritato riposo carico di allori». 
Non deve essere stato facile annunciare il termine delle attività della Scuola e Lucia ricorda questo momento con malcelata tristezza. «Quando abbiamo comunicato la chiusura ai maestri e agli allievi è stato un bello shock e ho avuto io l’onere di informare tutti. È stato toccante ed emotivamente pesante tra lacrime, abbracci e incredulità. Sono stata malissimo specie nei confronti degli allievi e dei genitori. Dalla Scuola sono usciti tanti danzatori e danzatrici che ballano in giro per il mondo ed è sempre stata un garanzia di qualità e professionalità.
Esserne stata a capo con Cristina, pur nel dolore e nella sofferenza di questo periodo, è una grande consolazione e non le sarò mai grata abbastanza». 
La profonda gratitudine traspare anche dalle parole di Sabrina Vitangeli che con Cristina e Lucia condivide l’importanza della qualità che ha contraddistinto il NBdT. «È un momento difficile per tutti - dichiara Sabrina - ma fino all’ultimo degli spettacoli in programma bisogna mantenere alto il livello qualitativo che ci contraddistingue. Poi si vedrà».

Sabrina ha iniziato a collaborare con Cristina dodici anni fa nel giugno del 2012 e non si è più allontanata. «Il 20 maggio avevo finito di ballare alla Pergola a MaggioDanza Notte trasfigurata di Susanne Linke su musica di Schoenberg ed esattamente un mese dopo ero a riguardare Coppelia di Fabrizio Monteverde per lo Junior BdT. Cristina cercava una maître de ballet e così ci siamo trovate. 
Da allora al Junior e al NBdT mi sono occupata del lato artistico e della messa in forma dei danzatori, dell’assistenza totale ai coreografi, al reparto tecnico, alle luci, alla fonia, indispensabili per mettere in scena uno spettacolo comunque e ovunque.
Chiudere il NBdT è stata una decisione difficile da accettare ma non c’erano più i presupposti e la situazione finanziaria non permetteva di andare oltre. Il mantenimento di un organico presuppone che ci sia una retribuzione dei danzatori e dovrebbe cambiare l’idea che l’arte si fa gratis. Nella danza poi è più facile rimetterci che guadagnarci e Cristina ne sa qualcosa».  
In tutto questo terremoto il NBdT continua a ballare per rispettare gli impegni presi e dopo essere stato a maggio al Politeama di Prato con Bayadère, il 2 giugno è a Leverkusen in Germania con Red Shoes. «I danzatori stanno reagendo e si sono costituiti in un Collettivo che si è esibito alla Fonderia di Aterballetto a Reggio Emilia il 21 maggio in una serata composita aperta a giovani autori. Il desiderio e l’intenzione sono quelle di continuare a esistere ma bisogna capire quali saranno le reali prospettive e le loro motivazioni».   
Nel repertorio del NBdT figurano importanti produzioni commissionate da teatri e partecipazioni a opere liriche che l’hanno resa una giovane e dinamica compagine. Al rapporto con il Maggio Musicale fiorentino si deve la realizzazione de La bella addormentata di Diego Tortelli, Cenerentola di Jirí Bubenícek  senza contare il coinvolgimento in spettacoli come il Pipistrello di Strauss, il Don Giovanni di Mozart e la Turandot di Puccini. 
«La pandemia è stato l’inizio delle più grosse difficoltà perché comunque - sottolinea Sabrina - Cristina ha tenuto fede agli impegni presi con Michele Di Stefano per Bayadère, la cui prima è stata rimandata più volte. Per più di un mese abbiamo provato con Massimiliano Volpini, il coreografo di riferimento di Roberto Bolle, per una creazione su richiesta del Sovrintendente Pereira del Maggio Musicale ma poi non ha visto la luce. Appena è stato possibile abbiamo portato in giro Cenerentola e rappresentato lo struggente Quatuor pour la fin de jour di Mario Bermùdez Gil. La prima doveva essere a Parma nel 2020 ed è stata fatta nel 2021, poi è stato messo in scena a Verona per la giornata della memoria  e, ultimamente, ad Arezzo. Credo talmente tanto nella potenza e nella bellezza della danza che, sia da ballerina che da maître de ballet, non sono mai venuta meno a questo assunto e, proprio per questo,  ho sempre lavorato fino all’ultimo secondo con tutte le fibre del mio essere per donare al NBdT l’esperienza accumulata a contatto con grandi coreografi, maestri, ballerini e direttori. Ho condiviso il sogno di Cristina e dei danzatori che sono cresciuti artisticamente in questi anni sotto i miei occhi. Ci abbiamo creduto e in questo Cristina è stata un visionaria, ha guardato oltre l’ostacolo avendo la capacità di essere il talent scout di tanti autori anche della scena contemporanea italiana.
Ritengo che la totale disponibilità e abnegazione di Cristina nei confronti dei coreografi sia stata l’arma vincente di questa compagnia. La considero una donna e un’artista straordinaria e sono contenta di esserle stata accanto». 
È vero la Scuola del BdT chiuderà i battenti, il NBdT terminerà la sua corsa o forse rinascerà come l’araba Fenice dalla sue ceneri, ma quello che resterà imperituro è il magistero coreutico di Cristina Bozzolini e il suo esempio umano e artistico.

Articolo pubblicato nel numero 398 di giugno 2024 di DanzaSì

Gabriella Gori