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Saranno Famosi - Fame Il Musical regia di Luciano Cannito

Critica Spettacoli
Quando
non specificata
Compagnia
Roma City Ballet Company
Genere
Musical
Monica Ratti



Oggi c’è ‘Amici’, un tempo c’era ‘Fame’. Le generazioni nate negli anni ‘60/’70 erano incollate alla tv, per seguire i celebri episodi della pluripremiata serie che ha visto la realizzazione di ben 136 episodi distribuiti in 6 stagioni. Ma ‘Fame’ è stato anche un film e un Musical. Racconta di un gruppo di studenti e insegnanti della New York School Performing  Arts, mettendo in scena i sogni e le aspettative dei giovani aspiranti artisti. Alla serie tv si riconobbe il merito di affrontare tematiche sociali che al sorgere degli anni ‘80, negli Stati Uniti e non solo, si stavano diffondendo rapidamente tra i giovani, all’epoca esponenti della “cosidetta” generazione X. Tematiche delicate, come il consumo di stupefacenti, la discriminazione razziale, la criminalità organizzata, l’alcolismo.

Oggi abbiamo la generazione Millenials, che a sua volta si suddivide nella generazione Zeta e Alpha, ma le problematiche sociali cambiano. La globalizzazione, l’uso delle tecnologie permeano la percezione della socialità differentemente rispetto agli anni ‘80/’90 ma certe tematiche  e problematiche restano ricorrenti.

Chi nostalgicamente pensa che lo spettacolo ‘Fame’, prodotto dalla Fabrizio Di Fiore Entertainment con la compagnia Roma City Musical e firmato da Luciano Cannito, ci farà ripercorrere le suggestioni proposte negli anni ‘80, avrà una piacevolissima sorpresa: niente naftalina nei costumi, polvere nella scenografia e stile jazz nelle coreografie ma un musical che, mantenendo i principi che lo hanno ispirato, ci catapulta negli anni 2000. La storia è stata attualizzata ai giorni nostri, le coreografie realizzate da Luciano Cannito e dal coreografo associato Fabrizio Prolli, ripercorrono una dinamica prevalentemente pop, video clip, proprio come accadeva per la serie tv originale.

Fabrizio Prolli traghetta nella contemporaneità quella danza Pop che negli anni ’80 ci ha fatto sognare e ballare nel salone di casa, piuttosto che nel corridoio della scuola di danza. Non a caso Prolli è uno dei coreografi più amati dai giovani ballerini del genere modern e, anche in questo, Cannito ha saputo intuire il potenziale del linguaggio di Prolli, prima chiamandolo in squadra all’Art Village e ora promuovendolo a coreografo associato.

Ritmo incalzante, giri, salti, hip hop, contaminazioni, danza classica, canzoni, musica, recitazione.

Un cast di giovani artisti straordinariamente eclettici: Alice Borghetti nella sua intensa interpretazione di Carmen Diaz commuove, incantano e lasciano senza fiato le voci di Michelle Perera ( Mabel Washington) e Ginevra Da Soller ( Serena Kats )risate a crepapelle con Alfredo Simone che interpreta un’esilarante Joe Vegas, colpisce l’eleganza di Greta Arditi  ( Iris Kelly )           , come pure l’intensa interpretazione di Flavio Gismondi ( Nick Piazza ); Giuseppe Menozzi (Shlomo) il figlio schiacciato dalla celebrità del padre, Arianna Massobrio  ( Grace )una batterista scombiccherata e divertente,  Caludio Carlucci  ( Goody )il vero rockettaro danno vita a una improbabile band che invece grazie a determinazione e capacità arriverà al successo .A Raymond Ogbogbo (Tyrone Jackson ) il difficile compito di incarnare l’immaginario collettivo di Leroy Johnson della celebre serie e  come allora, anche Raymon  ha saputo incarnare il  personaggio controverso e ribelle con piglio inaspettato, facendo del suo personaggio,  uno dei protagonisti  del musical, più amati dai giovani. Ogni interprete ha saputo caratterizzare al meglio il ruolo assegnato.

 

 Garrison Rochelle, Mr. Myers (l’insegnante di recitazione).  Per Garrison applausi a scena aperta ancor prima di dire una parola, perché lui è Fame, il pubblico di più generazioni lo ama, per ciò che ha rappresentato per la danza, per la sua simpatia, per quell’empatia che sa creare con il pubblico. E’ il riassunto di un periodo storico per la danza televisiva importante, è la storia tra il ‘Fame’ anni ‘80/’90, essendo stato egli stesso coreografo di riferimento, per noi in Italia, proprio di quel particolare periodo e, guarda caso, maestro nella famosa scuola televisiva ‘Amici’ per moltissimi anni. Garrison oggi affronta una nuova sfida, si rimette in gioco per divertimento e propria soddisfazione, un’avventura che lo porta a indagare nuove prospettive. Stefano Bontempi, Mr. Sheinkopf (il maestro di musica), professionista di lunga data nel mondo del musical, è un personaggio ilare, con la sua maniacale ossessione per l’igenizzazione e il suo muoversi dinoccolato sul palco, uno dei personaggi che più ha saputo catturare la mia attenzione. Lorenza Mario, stupenda showgirl protagonista di numerosi programmi televisivi Rai e Mediaset, proviene da una solida formazione di danza classica, e interpreta, non a caso, il ruolo di Miss Belle (l’insegnante di danza classica), elegante, come le si addice, ma con piglio grintoso nel condurre i propri studenti ora con risoluta autorevolezza, ora con amorevole premura.

Barbara Cola interpreta magistralmente, il ruolo di Miss Sherman, la preside della Scuola. Di lei, cantante e attrice, ricordiamo la pluriennale collaborazione con Gianni Morandi, tra cui la partecipazione al Festival di Sanremo 1995. Ha studiato canto, recitazione, pianoforte. Barbara si muove sul palcoscenico con piglio autorevole e sicuro, a lei è affidato il compito dell’intransigenza e del rispetto delle regole nella scuola, ma anche il  saper guardare oltre le apparenze, infondendo  la giusta motivazione. Ogni interprete ha ricevuto dal pubblico applausi a scena aperta, tifo da stadio, le canzoni sono entrate nell’orecchio degli spettatori con facilità tanto, che al termine del musical, in molti ripetevano il ritornello del  brano finale.

E’ un caso che Fabrizio Di Fiore e Luciano Cannito abbiano pensato di proporre ‘Fame’ o questo spettacolo vuole essere il coronamento di un progetto avviato circa cinque anni fa nella visione un po' folle e utopistica di realizzare a Roma una cittadella delle arti performative?

Ebbene l’Art Village, che al suo interno prevede anche il corso  universitario di Permorming Arts, è ad oggi uno dei centri di formazione professionale nell’ambito della Danza e del Musical più accreditati in Italia,  per il Musical certamente il più accreditato, si potrebbe realmente fare un parallelo con la prestigiosa New York Performing  Arts School.

‘Fame’ sicuramente ripercorre i sogni, le aspettative, gli entusiasmi di tutti quei giovani che ambiscono a fare dell’arte la loro professione. Cannito nella sua interpretazione  registica e

coreografica ha saputo dare ritmo, ha caratterizzato gli interpreti, ma ha anche creato momenti di respiro intensi, in un alternarsi di suggestioni emotive. Si ride, ci si commuove, si riflette e non ci si annoia.

Italo Grassi per le scene, Veronica Iozzi per i costumi, Giovanni Maria Lori per la direzione musicale, Raffaele Minale, Franco Poggiali, Angelo Nigro per gli arrangiamenti musicali, il vocal trainer Ivan Lazzara, sono tutte figure di spicco nel mondo del musical, del teatro e dei pop show internazionali che hanno contribuito a rendere questa edizione di ‘Fame’ totalmente differente rispetto alle edizioni precedenti.

Un nuovo successo per la Fabrizio Di Fiore Entertainment che si posiziona tra le firme più prestigiose in Italia nell’ambito del management di Musical e Danza e chissà, forse questo marchio potrà affermarsi anche in produzioni internazionali.

 

ph: Valerio Polverari

Fame – Il Musical

Ideato da David De Silva

Libretto José Fernandez

Liriche Jacques Lévi

Musica Steve Margosh

Traduzione e riadattamento Luciano Cannito

 

In scena al Teatro Alfieri di Torino sino al 28 gennaio.

 

 

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