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L'Histoire de Manon

> Dove la passione incontra il dramma

Critica Spettacoli
Luogo
Teatro alla Scala
Milano (MI)
Quando
01/11/2018
Compagnia
Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
Genere
Danza Classica
Maurizio Tamellini



Con l'ouverture e l'apertura del sipario,lo spettatore entra subito in quell'atmosfera cupa settecentesca, in cui Lei, la fanciulla sedicenne diventa popolare grazie al fascino del melodramma. 
La musica che il coreografo scozzese Kenneth Mc Millan ha scelto per questa proposta è quella di Jules Massnet della sua Manon del 1884, che in questa versione si rivela forse più in sintonia con l'autore settecentesco del libretto Antoine-Francoise Prèvost (1731), mentre Puccini è più drammatico ed essenzialmente piu' moderno. 

Giacomo Puccini arriva a scrivere la sua opera Manon Lescaut quasi un decennio più tardi. 

Anche il coreografo Mc Millan si è sentito subito più vicino ed in corrispondenza con il compositore Massnet con una scelta di quasi 50 brani musicali che insieme  al suo collaboratore Leighton Lucas,danzatore dei Ballet Russes di S.Diaghliev, direttore d'orchestra e compositore,chiese di arrangiare questi pezzi per comporre il suo balletto che vide per la prima volta la luce al Royal ballet di Londra nei primi mesi del 1974. 

Non deve essere stato molto difficile scegliere i brani in quanto Massnet fu autore straordinariamente prolifero e ha dunque lasciato in eredità un vastissimo repertorio sonoro,nel quale Mc Millan ha trovato ispirazione e offerto al pubblico un'ottima scelta. 

Kenneth Mc Millan sceglie dunque un solo compositore,una scelta sicuramente vincente,ma nient'affatto scontata,basti pensare che nell'Ottocento i coreografi erano sempre alla ricerca di nuovi spartiti inediti per arricchire e dare nuova vita a pagine musicali a volte dimenticate e questi ultimi avevano carta bianca  per produrre balletti,essendo inoltre anche dei bravi musicisti scegliendo personalmente le tracce musicali cercando tra i diversi l'ispirazione alla coreografia. 

Se di solito è sempre l'autore dell'opera che traccia con la musica la realtà dei personaggi,qui invece il coreografo gioca molto bene con i personaggi della storia,dando loro uno spessore ed un'anima,cercando così i veri valori affettivi ed umani. 

L'impegno nella scelta delle musiche è ben giustificato dal fatto che che la storia di Manon nasca prima come balletto e poi come opera,la cui prima rappresentazione si svolse all'Opèra di Parigi nel 1830 con la coreografia di Auber,(erano gli anni in cui si affacciava alla scena  Giselle,il balletto romantico d'eccellenza),in seguito ci fu una nuova Manon  Lescau nel 1856 che Auber realizzò come opera. 

Anche il Teatro alla Scala ebbe la sua rappresentazione in quegli anni con diversi coreografi e musicisti italiani con una produzione franco-italiana. 

Con questo spettacolo la Compagnia della Scala si è rivelata in sintonia con la coreografia e tutti i personaggi erano ben riconoscibili e caratterizzati. 

La scelta dei cast non e' sembrata sempre adeguata ai passi insidiosi della coreografia sul piano tecnico. 

Bellissime le scene, forse un po datate, di N. Georgiadis che si sposano meravigliosamente con i colori e i costumi dell'epoca. 

L'orchestra della Scala,ben diretta dal giovane Felix Korobov, non ha disatteso le aspettative, accompagnando con maestria i danzatori nei passi eleganti della coreografia. 

Scroscianti gli applausi per tutta la Compagnia di balletto, teatro non al completo, ma pubblico per lo più giovane ed entusiasta. 

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